La misericordia nella mia vita (esperienze nello scoutismo)

«Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia» (Mt 5,7)
Probabilmente negli articoli a seguire si parlerà di misericordia in tutti i suoi aspetti, tuttavia penso sia importante iniziare col capire il significato di questa parola.
L’etimologia della parola misericordia è latina e collega, unisce due parole misereor (ho pietà) e cor-cordis (cuore): avere nel cuore un sentimento di compassione, di pietà.
Misericordia, una parola bellissima, ma di per sé molto difficile da decifrare, una parola talvolta usata a sproposito nel linguaggio comune, che ne travisa il significato facendola diventare una esclamazione un intercalare di disappunto, stupore o paura.
Permettetemi ma avere misericordia non vuol dire semplicemente avere pietà, io vedo in questa parola un sentimento puro che nasce dal cuore, completamente svincolato dal pensiero, dove il fare qualche cosa per qualcuno non presuppone un ritorno di sentimenti o di ringraziamenti è semplicemente “donare con il cuore”.

Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia” (S. Paolo ai cristiani di Corinto).

Donare e donarsi senza aspettarsi un ringraziamento e… nel nostro piccolo è un po’ quello che facciamo con i nostri bambini e ragazzi è quel messaggio che talvolta passa inosservato, ma che è spesso presente nelle nostre azioni, nel nostro modo di comunicare con loro, nelle attività proposte.
Papa Francesco parla spesso di opere di misericordia, ma quali sono queste opere di misericordia e che ci azzeccano con noi scout?

Le sette opere di misericordia corporale
• Dar da mangiare agli affamati.
• Dar da bere agli assetati.
• Vestire gli ignudi.
• Ospitare i pellegrini.
• Visitare gli infermi.
• Visitare i carcerati.
• Seppellire i morti.

Le sette opere di misericordia spirituale
• Consigliare i dubbiosi.
• Insegnare agli ignoranti.
• Correggere i peccatori.
• Consolare gli afflitti.
• Perdonare le offese.
• Sopportare pazientemente le persone moleste.
• Pregare Dio per i vivi e per i morti.
Ma sta a vedere che noi non facciamo nulla di ciò. Non penso proprio, buona parte delle opere di misericordia rientrano nel nostro essere scout, è che lo facciamo senza soffermarci col pensiero… forse perché è un qualche cosa che nasce solo dal cuore? Si, forse per i capi che propongono l’attività o per il ragazzo/a del Clan che ci crede e propone una attività mirata al gruppo, ma per gli altri?
Per gli altri rischia di diventare una azione subita, un gesto nel quale si deve semplicemente aiutare chi versa in difficoltà, senza sentire, senza percepire il vero essere della “misericordia”.
Diciamo che per un bambino/a questa “misericordia” è difficile da interiorizzare, la speranza è che le semplici esperienze proposte, magari oggi vissute passivamente, rimangano salde nel loro cuore ed emergano spontaneamente quando ce ne sarà bisogno e che presto o tardi “donino col cuore, prima che con la mente”.

Visto che gli scout sorridono e cantano anche nelle difficoltà chiudo con lo stralcio di un brano del cantautore e poeta Fabrizio De Andre’, tratto da Corale (Leggenda del Re infelice), contenuto nel suo album “Tutti morimmo a stento”.

Non cercare la felicità
in tutti quelli a cui tu
hai donato
per avere un compenso
ma solo in te
nel tuo cuore
se tu avrai donato
solo per pietà
per pietà
per pietà

Per tutti quelli che vogliono approfondire il tema della misericordia nella canzone italiana vi consiglio di visitare questo link

Zio Malak