Archivio mensile:luglio 2016

Il trabocchetto della escape room

Sapete cos’è una escape room? Un tempo era solo un particolare tipo di videogioco: un personaggio (di solito un investigatore) si trova in una particolare situazione da cui deve trarsi d’impaccio attraverso la ricerca di indizi ed oggetti utili al suo scopo.

Oggi, nell’anno del Signore 2016, anche in Italia è realtà: con un piccolo gruppo di amici si può provare l’ebbrezza di trovarsi chiusi in locali senza finestre avendo soltanto 60 minuti di tempo per uscirne (i locali sono pieni di enigmi che consentono, una volta risolti in sequenza, di guadagnare terreno verso l’uscita). Qualche settimana fa, mentre rientravo a casa da Milano con uno degli ultimi -ma non per questo meno affollati- treni del pomeriggio, ho potuto apprendere nel dettaglio molti degli indovinelli e delle peculiarità della “escape room” di recente apertura nel capoluogo meneghino. Come? Sorbendomi circa 20 minuti di racconti incrociati tra un lui che aveva scelto una particolare ambientazione e una lei che ne aveva scelta un’altra. Una esaltazione così non la vedevo dai mondiali del 2006.
Le descrizioni degli ambienti erano fatte con dovizia di particolari da parte di entrambi: probabilmente avrebbero saputo ricostruire una copia perfetta della stanza a casa loro. Improvvisamente un cambio di argomento: la ragazza pare si debba sposare e riferisce al ragazzo, con poco celato fastidio, che una volta a casa dovrà recarsi dal parroco per un incontro. Subito giunge quel che sarà l’unico, strascicato commento del ragazzo: “Ah sì? Be’, vi parlerà della famiglia, di quanto sia importante educare i figli e bla bla bla”. Bla bla bla. Questo bla bla bla è entrato nelle mie orecchie e si è insinuato negli spazi del pensiero.
Il contrasto tra il primo e il secondo discorso mi ha aiutato a ricordare che un po’ tutti rischiamo di perdere il senso della misura, attribuendo troppa importanza ad una questione e troppo poca ad un’altra. È un rischio che corriamo anche nelle attività scout. A volte ci perdiamo, corriamo dietro ai nostri programmi, discutiamo, modifichiamo, approviamo, facciamo uscite comode e ci dimentichiamo che, fondamentalmente, lo Scoutismo è “vita rude all’aria aperta” (come ci ricordava padre Brasca l’anno scorso, citando don Ghetti). La branca E/G in particolare non può sottrarsi a questo destino. L’intero anno scout guarda al campo estivo: il campo, ricorda B.-P., è la parte gioiosa della vita di uno scout. Del campo estivo non si può parlare in termini di bla bla bla. Il campo è la fatica della costruzione, la lotta contro il vento e la pioggia, la certezza che la cura e la precisione riservati al montaggio della tenda saranno ripagati dalla sensazione di sentirsi al sicuro, nella propria casa di tela, il giorno della burrasca; il campo è la gioia di un canto intorno al fuoco di bivacco; il campo è il torrente che scorre a pochi passi dal tuo giaciglio, il sole che sorge da dietro un monte quando tutti stanno ancora dormendo ma tu sei lì che lo guardi perché ti mancava.
Il campo è la preghiera della sera, che ti fa riposare in Dio.

 

Carlo Maria

Roma caput mundi

colosseoRoma caput mundi”, dicevano così i latini. Roma capitale del mondo.
Anche io devo dire che la penso così. Non ho mai avuto nulla da invidiare alle altre città europee o mondiali, tutto l’invidiabile ce l’abbiamo noi e ne vado fiera. Sono stata 3 volte a Roma di cui 2 con il reparto. Adoro viaggiare, ma viaggiare con il tuo reparto, con le persone a cui vuoi bene è tutta un’altra cosa.
Un giorno i capi arrivano e chiedono a noi capi sq cosa ne pensavamo di andare a Roma per il Giubileo dei ragazzi e saltare il campo di Pasqua. Senza aggiungere altro io tutta entusiasta e subito d’accordo accetto volentieri di saltare il campo per andare a Roma. Mi giro per vedere cosa ne pensavano gli altri e vedo delle facce poco convinte: non volevano saltare il loro ultimo campo.
Io straconvinta della mia decisione inizio a convincerli uno a uno perché era impensabile lasciarsi sfuggire un’occasione simile. Convinti tutti inizia il problema dell’autofinanziamento. È stata dura trovare tante chiese diverse dove vendere i biscotti per finanziare tutto il “campetto”, ma con un po’ di impegno e volontà finalmente siamo riusciti a racimolare tutti i soldi necessari. C’era solo da aspettare il giorno della partenza e, dopo una fremente attesa arriva il fatidico giorno. Prendiamo vari treni e dopo 5 ore di viaggio arriviamo nella capitale: finalmente Roma!
Non vedevo l’ora di mettere piede in quella splendida città e appena arrivata probabilmente ero la più euforica. Dato che era tardi siamo andati direttamente in oratorio per dormire e prepararci per la lunga giornata che ci aspettava. Il giorno dopo ci svegliamo tutti carichi e andiamo a San Pietro per passare dalla Porta Santa prendendo l’indulgenza e per ascoltare la messa. Dopo tutto questo finalmente andiamo a fare un veloce tour della città: fontana di Trevi, Altare della Patria, fori imperiali e infine quello che attendevo con più ansia: il Colosseo.

Il Colosseo.
Solo il nome mi fa venire i brividi. È la storia: ha esattamente 1944 anni ed è ancora lì, imponente a ospitare migliaia di visitatori ogni giorno. Mi lascia senza parole ogni volta che lo guardo. Come si fa ad osservarlo senza fermarsi almeno 5 minuti a pensare a tutta la storia che si porta sulle spalle?
Arrivata lì, proprio nell’istante in cui rimasi a guardare fissa il Colosseo capii perché volessi andare a Roma e saltare il campo, non per i monumenti o per ottenere l’indulgenza, no.
Io ero lì per far parte di un momento che ricorderemo negli anni a venire e che il Colosseo ricorderà a un’altra ragazza come me.

 
Federica Capone

Come portare avanti un’idea

CampoPasquaPegaso163Per chi non sa cosa sia, l’impresa di reparto è un obbiettivo, qualcosa che l’intero reparto s’impegna a realizzare entro, solitamente, la fine dell’anno. Ebbene l’anno scorso, nel momento in cui solitamente ognuno propone le proprie idee, io proposi una cosa che suonava non poco strana per gli altri: fare un campo, possibilmente estivo, all’estero. Ora, detto così non suona difficile: cosa ci vuole, basta trovare un posto fuori dall’Italia ed è fatta.
Tuttavia non è così semplice e l’anno scorso, anche se l’idea era stata presentata abbastanza bene, non passò. Non venne però messa da parte.
Così all’inizio di quest’anno abbiamo ripreso in mano il progetto. La prima meta proposta è stata la Germania, poi la Francia e la Spagna ma ogni campo, o per il costo o per il viaggio, non andava bene.

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Alla fine abbiamo optato per un luogo più vicino, ovvero la Svizzera, e non per il campo estivo ma per quello di Pasqua. Il luogo trovato sembrava davvero bello, grande e non costava nemmeno tanto e, sebbene all’inizio pensassi che non sarebbe stato un vero e proprio campo all’estero, durante le ricerche e soprattutto i primi contatti con la proprietaria del posto, notai alcune differenze come ad esempio la valuta diversa: non c’è l’euro ma il franco e ci abbiamo messo un po’ a capire alcuni costi aggiuntivi. Ci sono stati diversi episodi divertenti. Almeno, ora li consideriamo divertenti. Come quando la proprietaria non rispondeva alle mail per settimane o quando, verso la fine, ha provato a mandare il contratto, senza successo, dato che aveva messo il mio nome ma l’indirizzo di un’altra persona.

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Finalmente, dopo alcuni mesi di preparazione nel complesso andati bene, si arriva al giorno della partenza, nel quale mi sono chiesta “sarà andato tutto bene?”. Ebbene si! Il posto è anche il paesino intorno erano davvero belli e tranquilli. Abbiamo passato tre giorni stupendi e, miracolosamente, senza pioggia. Sebbene questa non fosse l’idea iniziale, è stata un’esperienza davvero fantastica che consiglierei a tutti.

 
Donnola Fidata

Il mio primo anno in reparto… che emozione!

Mi raccontavano che il reparto non è tutto un gioco, che c’è bisogno di molta serietà, ma quando me lo dicevano fraintendevo e capivo che sarebbe stato difficile stare in reparto, quindi non mi sentivo pronta per passare.

Invece eccomi qui: allegra e pimpante, pronta a vivere avventure da repartista, ma il reparto non è solo gioco, è anche imparare a conoscere, a rispettare, a stare in compagnia. È saper condividere esperienze, giochi, conoscenze… insomma, è diverso dalle idee che mi ero fatta.
Mi sento felice in reparto e, anche se quando sono passata non conoscevo nessuno oltre agli ex CDA, ora conosco tante nuove persone.
Tutti insieme abbiamo fatto numerose attività, annotate con precisione sul nostro Libro d’Oro. Anche io ho scritto degli articoli. Ne ho scritto uno anche durante il campo di Pasqua.
A proposito di campi… io non c’ero a quello invernale, che mi hanno raccontato come un incubo a occhi aperti. Però ho avuto modo di imparare molte cose durante il campo di Pasqua, che è stato bellissimo, secondo me. È vero che abbiamo faticato molto, ma alla fine ci siamo divertiti: è questo l’importante.
Non so se lo sapevate, ma il 16 e il 17 di aprile abbiamo partecipato al… San Giorgio!
Un incontro fra vari reparti di vari gruppi scout, come Busto 3, Busto 5, Legnano 9… è stato bellissimo! Abbiamo dormito in tenda e ci siamo divisi in sotto campi, con ognuno una meta precisa. Io ero in trapper e cucina e la meta era cucinare una pizza kebab.

Non so se mi sono spiegata bene, ma io ADORO stare in reparto! Chissà poi cosa mi aspetta per il campo estivo! Non vedo l’ora di scoprirlo! Una cosa è certa: si va in Svizzera. L’ho deciso insieme alla mia pattuglia d’impresa. Forse avrò occasione di concludere le mie mete e di chiedere in affido la seconda tappa. Magari chiederò anche qualche specialità, dopo aver concluso quella di scrittrice.
Carmela Scida

Campo di Pasqua 2016 – Reparto Phoenix

Salve a tutti sono Alessandro, un 2° anno del Reparto Phoenix e oggi vi racconterò la straordinaria avventura vissuta con tutto il Reparto al Campo di Pasqua 2016.

 
1° giorno
Sveglia alle 7:00 di mattina e via! Prima un lungo viaggio in treno, poi un altro viaggio in autobus, dopo un lungo cammino, ma eccoci finalmente giunti a destinazione, stanchi e affamati.
Velocemente abbiamo addentato il frugale pasto che ci eravamo portati da casa e dopo un’altrettanta breve siesta abbiamo montato le nostre tende: validi rifugi se si pernotta per un lungo periodo all’aria aperta!
Il luogo dove si è svolto il campo è una riserva naturale gestita da una simpatica famiglia di Bosco (VA). Proprio il luogo ideale per creare un maestoso… issa.
Al pomeriggio il nostro capo Filippo si è messo al centro del cerchio a petto nudo come un palestrato e ha interpretato la parte di Tarzan, molto preoccupato, dato che i cacciatori avevano rapito tutte le sue amiche scimmie! L’obiettivo dei mini giochi era di proteggere i maschi alfa, ma i sopravvissuti sono stati pochi (epica è stata la battaglia con le spugne in cui i capi, anziché lavarsi, si sono fatti i fanghi termali!).
Al termine della deliziosa cena offertaci dalla cambusa, i nostri capi Max e Filippo ci hanno proposto una sfida a chi otteneva più banane (le banane infatti sono la merce di scambio delle scimmie)… questa sfida è stata molto combattuta.

 
2° giorno
Il secondo giorno di campo si preannunciava essere molto movimentato…
Tarzan aveva scoperto dove i cacciatori avevano rinchiuso le povere scimmie ed era riuscito a rubare le chiavi delle gabbie, ma visto che le scimmie non hanno i pollici opponibili, ogni volta che trovavamo una gabbia dovevamo andare da Tarzan per farcela aprire.
Alla fine siamo riusciti a salvare tutto il popolo e vittoriosi abbiamo pranzato.
Dopo la siesta abbiamo riflettuto tutti insieme sui valori dell’amicizia e della fratellanza, imparando ad essere aperti verso il mondo e premurosi verso il prossimo.

 
3° giorno
Il giorno più faticoso del campo…
La sveglia è stata leggermente anticipata e i capi (senza tiramisù) ci hanno dato le buste della missione con le coordinate e una cartina.
Svuotato lo zaino di uno squadrigliere e riempito con tutto il necessario per la missione, abbiamo salutato i capi e siamo partiti all’avventura! Abbiamo cantato le canzoni dei Gem Boy per tutto il cammino verso mete lontane… O forse no… Purtroppo non siamo riusciti a raggiungere la destinazione, perché nel bosco il fango ti arrivava solo – se eri fortunato – alle ginocchia!
Senza perderci d’animo, ci siamo fermati nel paesino subito prima del traguardo e siamo riusciti a fare una foto bellissima del paesaggio della Valganna.
Una volta tornati, i capi ci stavano aspettando con torta e tè caldo (ottima ricompensa) e a seguire, visto che era il Sabato prima di Pasqua, abbiamo celebrato la resurrezione di Cristo.
Finita la messa abbiamo trovato il tempo, ormai in tarda serata, di fare le premiazioni dei vincitori del campo, che avrebbero ricevuto come premio la Fiamma (totem molto ambito all’interno del Reparto) e con molta sorpresa… ABBIAMO VINTO NOI! In quel momento le stelle sembravano brillare per noi e tutti gli sforzi sono stati ampiamente ripagati…

 
4° giorno
A sorpresa la sveglia è stata anticipata di molte ore e l’entusiasmo della sera precedente è stato prosciugato dallo stridio dei fischietti dei capi. Ma come ogni scout sa ben fare, non ci siamo demoralizzati e in fretta e furia abbiamo smontato le tende e le abbiamo caricate nelle varie auto.
Dopo aver salutato tutti e con la Fiamma in mano, ci siamo avviati verso la stazione, dove vittoriosi abbiamo festeggiato la sudata vittoria.

Alessandro Baraldi

Squadriglia Cavalli

Siete pronti alla sfida GENITORI vs CAPI?

Per ringraziare del bellissimo anno passato insieme ci troviamo domenica 24 luglio nella nostra magnifica sede per… giocare come sanno fare gli scout!

L’invito è rivolto a tutti i genitori del Gruppo, sia gli storici membri del Gruppo Genitori che ci hanno sostenuto e aiutato in questo anno, che i nuovi genitori o quelli già “esperti” ma fino ad ora un pò timidi.

Il ritrovo per i genitori è alle ore 11:30 per scaldare le griglie. Pensiamo di poter iniziare ad addentare il lauto pasto intorno alle 13:00.

Potete prenotare inviando una mail a sara.lualdi@bustotre.org

Nel pomeriggio per smaltire salsicce, costine e wurstel daremo il VIA al

1° TORNEO DI ROVERINO GENITORI vs SCOUTvolantino grigliata

Domenica speciale al Sacro Monte

Questa domenica mattina siamo stati con tutto il gruppo al Sacro Monte di Varese. prima di arrivare abbiamo avuto un buffo disguido: il nostro pullman aveva sbagliato strada!
Ma per fortuna l’autista ha risolto subito tutto.
All’arrivo abbiamo fatto la salita alle cappelle: in una ci siamo fermati a giocare a “guardie e ladri”, ma alla fine siamo stati liberati tutti. Terminata la giornata, abbiamo fatto una grande messa tutti assieme. È stata una giornata molto divertente e io mi sono divertito tanto con i miei amici del Branco.
Zac

Un anno da lupetta per Alessia

Il lupo di AlessiaCiao,
mi chiamo Alessia ed è da un anno che pratico lo scautismo. Sono nel branco Tikonderoga e mi diverto tanto con i miei compagni. Nei Tiko facciamo tanti bei giochi come il buldogg, che consiste nel prendere in braccio i compagni, oppure palla scout. All’inizio avevo paura che non mi accettassero, perché loro formavano un gruppo più compatto, invece… con l’aiuto dei miei compagni, sono diventata una vera lupetta. La mia attività preferita è pernottare in tutti i posti possibili ed immaginabili. Il mio preferito è stato quello a Dormelletto.

Ciao
Zanella Alessia