N.A.T.O. anzi, nati per far giocare

19 Oggi spetta a me raccontarvi l’ultima avventura (se così possiamo chiamarla) che abbiamo passato. Questa è stata un’esperienza nuova e completamente diversa dalle altre.
Sperando di riuscire a rendere l’idea e di trasmettere tutte le emozioni provate, cercherò di raccontarvela. Partiamo con il dire che l’organizzazione di questo evento è iniziata circa un mese e mezzo fa, quando la “Cara famiglia Giovannetti” ci ha proposto di prendere parte a questa giornata in caserma durante la quale avremmo potuto mostrare un po’ il mondo scout alle famiglie dei militari provenienti da molte zone del mondo. Chissà, magari avrebbero deciso di intraprendere a loro volta questo viaggio insieme a noi.
Questa proposta ci ha entusiasmato ed abbiamo deciso di accettarla.
Con il passare delle settimane ci siamo ritrovati in un lampo al fatidico giorno, così, dopo esserci incontrati alla caserma, i capi ci hanno subito spiegato come si sarebbe svolta la giornata: alla mattina ci saremmo dedicati alla costruzione di un portale che avrebbe rappresentato il nostro “stand”, e ci saremmo divisi tra di noi gli altri incarichi.
Nel pomeriggio invece, seguendo ognuno i compiti datici in precedenza, avremmo intrattenuto i visitatori con diverse attività. Queste erano: tipici giochi scout come roverino, palla scout e stella.
Per trasmettere anche delle competenze invece avevamo preparato attività come: insegnamento dei principali nodi, che possono sempre essere utili, e la creazione di carinissimi origami.
Ed infine, l’immancabile trucca bimbi. Perché si sa che tutti i bambini sono più felici con un po’ di colore in faccia.
Una volta decisi i compiti di ognuno abbiamo iniziato la costruzione del portale, il quale ha fatto sentire subito me ed alcune altre persone come se fossimo all’interno del mondo dei popolari libri di “Shadowhunters” e così, sentendoci un po’ degli eroi infallibili, abbiamo iniziato a lavorare. Ma come ben si sa, tra il dire ed il fare…, ed infatti il nostro caro portale, che aveva la forma più o meno di un ponte, ha deciso che non voleva rimanere in piedi e questo ci ha costretto a cambiare il progetto.
Ok, ok, forse non siamo proprio degli eroi invincibili, ma alla fine l’importante è che qualcosa lo abbiamo creato no?

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Dopo la stancante costruzione del portale ci siamo riposati ed abbiamo mangiato, sapendo che il pomeriggio sarebbe stato ancora più impegnativo della mattina. Infatti, dopo esserci rimpinzati, ci siamo di nuovo suddivisi in gruppetti ed ognuno si è separato per l’attività che avrebbe dovuto seguire. Ad esempio io e le altre ragazze che si sarebbero dovute occupare del trucca bimbi ci siamo sbizzarrite nel provare su noi stesse i trucchi disegnandoci l’un l’altra tigri, fiori, cani, farfalle, arcobaleni e… un’intera maschera di teschio in stile “dia de los muertos”. Dopo tutta la fase di preparazione iniziale la gente ha cominciato ad arrivare. Nei primi momenti non era molta ma col passare del tempo ha iniziato a diventare davvero numerosa. Io personalmente ho iniziato ad essere un po’ nervosa ed in ansia nel vedere tutte quelle persone che arrivavano ed io continuavo a domandarmi come avrebbero reagito i bambini se il loro trucco non fosse venuto bene e cosa avrebbero detto i loro genitori. Fortunatamente, con il tempo, la pressione e l’ansia se ne sono andate ed il pomeriggio è passato in un batter d’occhio.
Durante le attività, inoltre, una squadriglia alla volta, avevamo il tempo per girare e guardare gli stand degli altri stati e la cosa che è piaciuta a molti di noi è stata la presenza dello zucchero filato.
Verso le nove e mezzo, quando ha iniziato a farsi buio, abbiamo smesso le attività ed abbiamo avuto il tempo di cenare e svagarci un po’ facendo gli ultimi giri per gli stand. La fine dell’evento è stata contrassegnata da un bellissimo spettacolo di fuochi d’artificio, dopo il quale è iniziata la parte peggiore: la fase in cui bisogna smontare tutto.
Terminato anche questo ci siamo avviati alle macchine e la nostra giornata si è conclusa. A parer mio questa è stata veramente un’esperienza bellissima e da ricordare, se ne avessi la possibilità credo che la rifarei molto volentieri anche perché, tra l’altro, credo di aver appena scoperto un’inattesa passione per truccare i bambini.
Alla prossima!

 
Cerbiatto loquace