La coppia-mito Zana e Nic

Questo è forse il numero più significativo di tutti i Tuttoscout dell’anno perché riassume così intensamente e a fondo tutto il nostro percorso nello scoutismo, tutte le nostre tappe attraverso cui passiamo e in cui cresciamo.
In questo numero troverete i racconti e i saluti di quelli che sono “passati”, di chi dopo un periodo di crescita più o meno continua si trova a dover compiere un salto, una nuotata, attraversare un ponte…

Per tutti si tratta di un momento, un giorno speciale, ma in realtà attraverso questo Tuttoscout si può “leggere” il percorso per intero: i castori diventano lupi, l’uomo torna all’uomo e si indossa lo zaino per affrontare la Strada.
È quindi bello poter raccontare di due persone, due amici, che hanno condiviso questi momenti insieme da quando erano lupetti nei Seeonee a quando si sono trovati come capi nel Reparto Pegaso. Sto parlando della coppia-mito Zana e Nic, con cui mi sono trovato a condividere prima il Clan e poi l’essere capo.
Ho voluto chiedergli di raccontarci alcuni degli episodi più significativi della loro amicizia scoutistica ed ecco cos’hanno risposto:
niczana
Nic: il ricordo più nitido che ho di Zana al tempo dei lupetti è sicuramente l’ultima notte da CDA al campo estivo. Eravamo solo noi due e dovevamo alternarci a curare il fuoco… Un disastro! Al momento della sveglia io mi giravo dall’altra parte… E lui non era da meno! E non potevamo nemmeno ripiegare sullo svegliare qualche altro CDA perché… Eravamo solo noi 2!
Questo è sicuramente il primo ricordo indelebile che ho della coppia Zana-Nic.

Zana: il ricordo più forte, e forse più doloroso, che ho di Nic nei lupetti è quando, dopo quattro o cinque anni di branco insieme, lui è passato in Pegaso. Subito dopo di lui i passaggi al Pegaso si sono chiusi e ho capito che non saremmo stati insieme. È stato un momento molto forte perché eravamo molto legati e avevamo vissuto tanti bei momenti insieme.

In reparto, purtroppo, ci si separa: Nic in Pegaso e Zana in Orione (dove l’ho conosciuto), ma, come sui sentieri di montagna, ci si divide per rincontrarsi un po’ più avanti… nel Clan del Brugo.

Nic: di ricordi di Andrea in clan ne ho parecchi: 4 route insieme, una felpa gialla che aleggia ancora come un incubo nelle teste dei capi clan, il fazzolettone storico del clan tenuto in ostaggio a casa sua per anni, la nostra pattuglia logistica specializzata nella sottile arte de “l’improvvisazione”. Ma l’episodio che ricordo meglio risale alla route di pasqua ad Assisi. Tornando verso il clan dopo aver fatto spesa cominciò a tuonare. Il buon Andrea, spavaldo, punta il dito al cielo e urla: “è tutto qui quello che sai fare?”. Mezzo secondo dopo la grandine ci stava già incrinando le costole e noi stavamo correndo come dannati, senza riuscire a smettere di ridere.

Zana: con Nic non ci siamo ribeccati subito in Clan perché io sono passato in noviziato un anno prima. Poi ci abbiamo messo un po’ a riavvicinarci perché ci eravamo lasciati da bambini e ormai eravamo ragazzi, con due diversi bagagli di amicizie ed esperienze. Una volta riallacciati i rapporti abbiamo costruito un gruppo di amicizie che dura tutt’ora, nonostante i tira-e-molla tipici di quell’età. Dentro e fuori le riunioni eravamo sempre insieme.
Ho un sacco di ricordi delle route (ed è meglio se non li racconto tutti) ma forse il più divertente è quello del viaggio per Assisi [in cui Zana e Nic arrivarono dopo in treno] in cui per circa 8 ore Nic è riuscito a far passare il tempo nei modi più comici mentre io mi annoiavo a morte.
Ricordo anch’io qualcosa a riguardo uno strano pupazzetto di plastica di nome “Pino” usato per intrattenere gli altri ospiti della carrozza, anche se ovviamente l’ho solo sentito raccontare…

Dopodiché arriva la scelta, fondamento del cammino di rover e scolte: partire o non partire? E, nel caso, restare o no?
Anche qui prima ci si separa, perché ognuno ha i suoi tempi, ma poi ci si ritrova ancora insieme:

Nic: di ricordi di Zana in Pegaso ne ho una vagonata! Ma il più bello è sicuramente uno dei più recenti: era l’ultima sera del campo estivo e avevo appena annunciato al reparto la fine del mio servizio. Dopo l’urlo (che ha rimbombato nella valle per mezz’ora, ovvio), il “momento abbracci” è stato uno dei più emozionanti che io abbia mai provato. E l’abbraccio tra me e Zana è stato come un riassunto di 16 anni passati a calpestare quasi sempre le stesse strade, da ragazzi come da capi (mo’la lacrimuccia gliela faccio scendere all’uomo d’acciaio!)

Zana: qui c’è ancora di più da raccontare, forse anche perché sono ricordi più recenti. Sicuramente però uno dei più divertenti e che racconterò sempre è di quando Nic si è scofanato un chilo di polenta da solo durante un campo di Pasqua. È sempre stato una buona forchetta…
È sempre stato un compagnone e molto bravo a fare gruppo e, soprattutto, a mantenere la calma anche nelle situazioni più disperate. Si agita molto difficilmente ed è per questo che è stato bello prendere in mano il Reparto insieme a lui. Queste nostre due personalità “complementari” sono state molto utili nel rapporto con i ragazzi e nel rapporto leggero e allegro che si riusciva ad avere in staff.

Quindi, se dovessimo fare una sintesi di tutto ciò?

Nic: poche parole non bastano a descrivere tutti questi anni. Siamo persone molto diverse: Zana è più metodico ma talvolta incredibilmente impulsivo. Io sono sicuramente meno organizzato, e a volte lascio che sia “il karma a occuparsi di come andranno le cose”. Però sono il più tranquillo dei due e mi tocca frenarlo un po’.
Al di là degli aneddoti stupidi e di episodi divertenti, siamo cresciuti insieme, sia come bambini che come ragazzi, e infine come capi, con tutto ciò che ne consegue: momenti belli, alcuni meno belli, incomprensioni (nelle amicizie c’è anche questo), affrontando le situazioni più disparate sempre con il sorriso. Non avrei mai potuto immaginare compagno di staff migliore… Compagno di avventure migliore…

Zana: per tirare un po’ le fila del discorso, insomma, c’è da dire che il bello dell’amicizia tra me e Nic è che ci siamo prima conosciuti da bambini, poi da ragazzi e infine abbiamo imparato a condividere anche le responsabilità da adulti che l’essere capo ti richiede. In più siamo diventati amici anche fuori dall’attività e penso che questo sia una cosa molto importante dello scoutismo in quanto ti permette di costruire dei legami e relazioni che ti porti dietro per la vita.
Adesso che Nic è uscito dalla staff si sente perché lui era molto bravo a portare leggerezza mentre a me non riesce altrettanto bene.
Sono sicuro che continueremo ad essere amici fuori di qui come lo siamo sempre stati nonostante gli impegni di lavoro che lo hanno portato a prendere questa scelta.

Dal canto mio posso dire di essere stato fortunato testimone (oserei dire “privilegiato” in quest’ultima parte) della straordinaria compatibilità tra due persone così apparentemente diverse. Con loro sento di aver imparato molto e molto bene sostanzialmente perché il loro approccio alle cose decisamente diverso dal mio mi ha spinto a sperimentarmi sempre più e, soprattutto, perché ci siamo divertiti un mondo.

 

Geco Coinvolgente