Anna, una delle super-mamme che quest’anno ci hanno accompagnati al campo in cambusa, ci pone una domanda davvero importante su cui vale la pena riflettere. Per questo pubblichiamo volentieri il suo spunto di riflessione, ringraziandola.

“A qualche giorno di distanza dall’intensità dell’esperienza vissuta al campo di quest’anno, condivido con voi alcuni miei pensieri e considerazioni sparse,  di un  vissuto non solo da ‘osservatrice’, ma anche da ‘giocatrice di ruolo’, seppur per qualche istante.

I timori e le remore che hanno preceduto la partenza per il campo, non solo lavorativi, ma anche famigliari (lasciando a casa metà della famiglia), sono stati ampiamenti ‘ripagati’ dalla ricchezza e dalla densità delle emozioni vissute.

Non è stata solo una condivisione, gomito a gomito, nel fare, ma anche e soprattutto nell’essere.

La testimonianza di donazione totale di sé che i capi, insieme a  Valeria e Michele, hanno saputo trasmetterci è stata autentica ed unica.

L’accompagnamento dei nostri bambini in un cammino, fatto non solo di regole di ‘civile’ convivenza da rispettare, ma anche di condivisione di tempo esclusivo e  dedicato all’altro, è stato davvero palpabile.

L’esserci,  in modo totalmente gratuito, ma in un percorso speciale, dedicato alle emozioni ed alla loro percezione è esperienza non certo comune nella fascia d’età dei nostri figli.

Ma se si impara da piccoli…è solo meglio…

Culmine del cammino è stata l’ultima serata di una giornata dedicata al cuore… quale coinvolgimento migliore per la mamme!

Inutile raccontare della trepidazione del momento, sapientemente ‘studiato’ da una regia impeccabile, con effetti speciali… approfittando del buio della notte…

Immaginate una serata d’estate, immersi nel verde della campagna circostante,  alla luce delle stelle… in un percorso itinerante, che si snoda  tra quattro diversi ‘momenti’. Si comincia con il testo di una canzone che narra le emozioni di un bambino che sta per nascere, per poi ascoltare il racconto dell’amore della mamma  che si fa luce per tutti i suoi figli, aumentando così di intensità ed infine scoprire che l’amore della mamma è parte di un Amore più grande, fattosi carne….

Infine il ringraziamento a Colui che ha permesso questo nostro cammino, accompagnato dall’espressione di un desiderio da parte di ciascuno, alla luce delle lanterne che volano nel cielo…

Dal buio della notte torniamo, guarda caso,  alla ‘luce’ della casa dove abbiamo condiviso il nostro tempo, per la lettura delle lettere che ogni mamma ha preparato per il proprio bambino…  Qui mi fermo, perché l’emozione del momento è stata davvero grande e ciascuno di noi ne conserverà  certamente il ricordo…, concludendo con un interrogativo: ‘Quale luce sappiamo essere per i nostri figli e per quanti incontriamo sul nostro cammino?’ ”

 

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