BLOG DE PAPEL- Episodio III: La chat

Per questo episodio di “Blog de Papel” lascerò la parola ai ragazzi dell’oratorio San Filippo di Sacconago che mi hanno molto impressionato con un momento di riflessione prima della veglia di Natale: su uno schermo compare una chat, non si capisce bene, ma poi iniziano le parole vere che riempiono la navata…

Quando mi hanno aggiunto a questo gruppo su Whatsapp ho pensato: “No, un nuovo gruppo! Non ce la posso fare!”, e allora l’ho subito silenziato in modo da non ricevere continue notifiche. Infatti si è dimostrato essere il solito gruppo in cui ci si mandano sempre gli stessi messaggi. Tutte le mattine Marco ci manda il buongiorno e questo, secondo lui, è il modo attraverso cui riesce a mantenere un legame con ciascuno di noi. E ovviamente, solo per cortesia, tutti gli rispondono, compreso Andrea, il più attivo della chat, quello che risponde ai messaggi tempo zero, a qualsiasi ora del giorno e della notte, ma quando si propone di vedersi non c’è mai, troppo impegnato! Il copione si ripete tutti i mesi, quando Michela propone di incontrarsi ed ovviamente Stefania è sempre quella che esulta di gioia, non vede l’ora di vederci, ma alla fine, anche se non si riesce a combinare nulla le va bene lo stesso. Perché finisce sempre cosi: Marta propone gli unici orari liberi che ha nell’arco della settimana, Daniele dice di essere a dieta da tre anni e quindi se si propone aperitivo lui non c’è a priori, Claudio non può mai e Stefano, sempre il primo a sostenere la proposta di Michela, alla fine scompare dal gruppo e non risponde più.
Ma che senso ha questa chat?
Ma che senso ha questa chat?
Nessuno, nessun senso! Per questo sono uscita dal gruppo! Certo, sarò passata per l’antipatica di turno, ma uscire è la cosa più bella che possiamo fare!
Ce lo diciamo dall’inizio dell’anno pastorale, dobbiamo essere chiesa in uscita… e poi cosa facciamo? Restiamo intrappolati in queste chat… non facciamo lo sforzo di uscire neanche per incontrare i nostri amici, figuriamoci se facciamo lo sforzo di andare ad incontrare gli ultimi.
Siamo diventati pigri! Ci accontentiamo dell’illusione che ci dà la tecnologia: crediamo di essere vicini e di avere relazioni perfette perché con un telefono ci si può sentire in qualsiasi momento, siamo sempre disponibili e reperibili… ma la verità è che siamo lontani, siamo soli perché non ci guardiamo più faccia a faccia! Il nostro arcivescovo nella “lettera per il tempo di Avvento” ci ha scritto che “l’amore gioisce per la speranza dell’incontro, trova compimento nella comunione. L’anima della vita cristiana è l’amore per Gesù: il Desiderio dell’incontro” con lui.
Come possiamo incontrare il volto di Dio se non riusciamo a vedere nemmeno il volto dei nostri cari? Pensate ai Magi che si mettono in cammino e intraprendono un lungo viaggio pur di incontrare quel bambino nella mangiatoia. Noi abbiamo perso il desiderio dell’incontro con l’altro, il desiderio dell’attesa, il contare le ore prima di potersi rivedere… abbiamo dimenticato quanto è bello stare in compagnia delle persone che amiamo, abbiamo dimenticato la potenza di uno sguardo.
Ma non è forse questo il senso del Natale? L’incontro con l’altro, l’incontro con Dio, che si fa uomo. Dobbiamo predisporre i nostri cuori per saper cogliere il mistero del Natale.
Nel mistero dell’Incarnazione possiamo scoprire la Grazia di Dio che ci raggiunge, il Verbo che si fa carne e si mette in cammino con gli uomini.
Ora tocca a noi, dobbiamo alzarci, uscire dalle nostre case, dalle nostre chiese, dalle nostre comodità.
Siamo chiamati a camminare per il mondo e incontrare gli altri con lo stile di Gesù. Siamo chiamati a riconoscere nel volto degli altri, il volto di Gesù! Siamo chiamati ad essere scintille capaci di generare scintille. Siamo chiamati ad essere missionari nel nostro quotidiano.
È giunto il momento di accantonare le nostre pigrizie e di riscoprire il senso del natale. Oggi incontriamo ancora una volta il Signore Gesù!