Ci vediamo dall’altra parte

Il 16 febbraio è toccato anche a me scegliere. Decidere di prendere la partenza non è così facile come sembra perché serve capire davvero cosa si vuole fare della propria vita arrivati ad un certo punto. Ecco perché ho deciso di mettere la lettera che ho scritto al clan per far capire cosa per me ha significato prendere la partenza.

Caro Clan,
è strano essere qui in mezzo ai capi a leggervi la mia lettera. Non credevo che questo momento sarebbe arrivato così presto, nonostante siano passati quattordici anni da quando ho varcato il cancello della sede per la prima volta. Non mi sarei mai aspettata che gli scout diventassero così importanti nella mia vita: mi ricordo ancora come se fosse ieri quando ho chiesto alla mia Arcanda se agli scout si dormiva fuori senza genitori e lei mi ha risposto di sì. Ecco, quello è stato il momento in cui ho realizzato che da qui non mi sarei mai più mossa. Grazie ai miei capi delle Coccinelle (sì, vado fiera di essere stata una Coccinella!), che mi hanno accolto a braccia aperte, ho capito cosa volesse dire veramente la parola “Eccomi”.
Ma come tutte le avventure, anche questa è arrivata al termine e alla fine di un percorso vanno sempre prese delle decisioni che indirizzeranno la tua vita in futuro. Da quando sono entrata sapevo già come sarebbe andata a finire: non posso andarmene senza prima aver dedicato del tempo agli altri. Ecco perché ho deciso di rimanere in Associazione: ho voglia ed energia da dare a coloro che stanno muovendo i primi passi all’interno di questo mondo che a me ha cambiato la vita e vorrei essere al loro fianco per poter scoprire tutto quello che ancora non so proprio come dice la canzone “è adesso il momento di dare il meglio a viso aperto”.
Il lavoro che vorrò fare da grande mi porta a prendere un’altra decisione fondamentale per il cammino di partenza: quella di essere un buon cittadino e fare di tutto per poter “lasciare il mondo un po’ migliore di come l’ho trovato”. Sì, perché facendo l’insegnante avrò la possibilità di insegnare a coloro che saranno i miei alunni cosa vuol dire il rispetto per il mondo, la sua cura e soprattutto tutti quei piccoli gesti che potremmo fare anche noi nel nostro piccolo.
La scelta di fede invece è stata quella più complicata ma ho ricevuto un grande aiuto in un evento a cui ho partecipato e in cui ho lasciato un pezzo di cuore: la ROSS mi ha fatto capire che la fede non è solo dentro un momento prestabilito e inscatolato ma la si vive in ogni momento. Per me si può definire come un luogo in cui andare con la mente per cercare di trovare un momento di pace, un momento per ragionare sulle scelte prese, sul tempo vissuto e cercare un dialogo vero con Dio.
Eccomi qui allora, al momento in cui finisce la mia vita da educanda e inizia quella di educatore. Sicuramente non sarà tutto rose e fiori ma proverò a dare il meglio di me e a vivere appieno tutti i momenti che arriveranno. Mi è stata data la possibilità di vivere tutto ciò dalla mia famiglia che devo ringraziare di cuore per avermi sostenuta nell’andare avanti e non mollare mai.
Dopo di loro c’è una marea di gente a cui devo molto: grazie ai miei capi clan che, nonostante tutto, mi hanno accompagnato fino a questo momento dandomi anche l’opportunità di partecipare alla ROSS, nella quale ho conosciuto delle persone stupende che porterò sempre nel cuore. Grazie a tutte le staff in cui sono stata come scolta, per avermi dato la possibilità di mettermi in gioco, sbagliare ed essere corretta in modo da diventare un buon educatore.
E infine grazie clan: grazie ad ognuno di voi per avermi permesso di condividere un pezzo della mia vita con voi e di esserci stati quando più ne avevo bisogno. Spero di avervi lasciato una briciola di me tanto quanto voi ne avete lasciate a me. Dico solo una cosa ad ognuno di voi: ci vediamo dall’altra parte!
Buona Strada,
Giulia Rossetti Colibrì solerte