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Un issa da paura


Come tutti sanno al B.-P. day, se il Gruppo si sposta dalla sede, uno dei tre reparti deve costruire l’issa e quest’anno è toccato a noi del reparto Orione.

La mattina del 21 febbraio, con una pioggia ancora nella norma, noi capi squadriglia (in verità solo io, Alessia e Marco) ci siamo trovati, insieme ai capi reparto, in sede per provare a montare il progetto dell’issa e per vedere se era fattibile.
Andrea ci ha spiegato come andava costruita, quanti pali ci servivano e di quale misura.

La stranezza principale di quest’issa è che andava costruita nel verso giusto per poi ribaltarla. Come prima cosa abbiamo costruito tre treppiedi (che sono tre pali, in questo caso da tre metri, legati insieme con una legatura a fascia), poi li abbiamo aperti avvicinandoli tra di loro e li abbiamo congiunti con due pali da quattro metri ed uno da cinque. Poi abbiamo chiuso ogni lato di ogni tripiede con dei pali da un metro e mezzo ed abbiamo ribaltato il tutto. Preciso che mentre ribaltavamo l’issa, il mio carissimo ditino medio, è rimasto incastrato in mezzo a due pali e ha sofferto molto, ma è stato solo un incidente di percorso.
Quando abbiamo constatato che il nostro issa (non ancora ultimato) stava in piedi, l’abbiamo riportato nel verso giusto e abbiamo cominciato a smontare ciò che abbiamo costruito. Non chiedetemi come mai, perché è una cosa che non ho ancora capito in quattro anni di reparto, ci abbiamo messo uno svario di tempo a montare e solamente un quarto d’ora a smontare. Bah.

I nostri stomachini purtroppo già brontolavano, ma la prima cosa che dovevamo fare, vista l’ora, era quella di caricare il camion con tutto il materiale e trasferirci al parco di villa Durini a Gorla Minore, che è il posto dove si è tenuto quest’anno il B.-P- day.
Sul camion abbiamo caricato: pali, cordini, tavoli, teloni, assi, cartelloni e tutto quello che poteva servire a noi e alle altre unità per la domenica.
Nel mentre, giusto perché la pioggerellina non ci piaceva abbastanza, ha cominciato a piovere forte; ma a noi la pioggia non ci ferma e quindi ci siamo incamminati (sì, certo… Siamo saliti in macchina) e ci siamo diretti al parco.
Abbiamo parcheggiato ed Andrea non ha neanche finito di pronunciare: “Avete fa…” che io, Marco e Alessia avevamo già addentato i nostri panini e abbiamo sentito un bel “Graziee” dai nostri stomaci affamati.
Poi appena il camion ci ha raggiunti ci siamo muniti di mantelle, giubbotti, kway e tutto l’ambaradam per andare a scaricare.
A metà dell’opera di scarico ci ha raggiunti anche il resto del reparto il quale ha aiutato Andrea a costruire un riparo con un telone per i pali, per i nostri zaini e per il resto del materiale.

Verso le due e mezza abbiamo cominciato a costruire. Alcuni si occupavano dell’issa ed altri della scaletta per poter salire il giorno dopo. Come alla mattina abbiamo cominciato dai treppiedi, poi i pali da quattro, quello da cinque e quelli da uno e mezzo, abbiamo ribaltato il tutto e abbiamo completato aggiungendo i pali da quattro in verticale per le bandiere, le assi in cima per raggiungere le bandiere da issare il giorno seguente e montando la scaletta nella parte davanti. Finalmente dopo quattro ore di duro lavoro sopportando il freddo e la pioggia, la nostra costruzione era giunta al termine e siamo potuti tornare a casa per riscaldarci e ricaricarci di energia per il giorno seguente. Credo anche che tutti abbiano pregato il Signore per far sì che il giorno dopo ci fosse un po’ di sole.

Alle 8.15 del giorno successivo la mia sveglia è suonata, sono scesa dal letto e la prima cosa he ho fatto, prima ancora di fare colazione, è stata quella di guardare fuori dalla finestra e purtroppo ho avuto una spiacevole sorpresa: non pioveva ma il cielo era grigio, quindi niente sole. Dopo questa notizia mi sono vestita, ho preparato il mio zaino e sono uscita di casa. Arrivata al parco ho salutato tutti e ho dato una mano ai capi nel rifinire l’issa. Voi non capite la soddisfazione: il giorno prima l’issa non mi sembrava così bello, ma domenica mi sono accorta che era l’issa più bello che avessi mai visto. E se ne sono accorti anche gli altri. Quindi eravamo tutti al settimo cielo perché i nostri sforzi del giorno precedente erano stati ripagati.

Successivamente ci siamo messi tutti in quadrato e abbiamo inaugurato l’ennesimo B.-P. day con gli urli di squadriglia/sestiglia, di Unità e con l’issa.
Poi al centro del quadrato è entrato, cogliendo di sorpresa tutti, proprio B.-P.! Ci ha spiegato che noi cadetti dovevamo sconfiggere i boeri e ci siamo divisi in pattuglie per cominciare. Una volta divisi, abbiamo fato una ban, dopo di che siamo partiti per sconfiggere i nostri nemici. Fatto questo percorso a tappe nel quale bisognava superare certe prove, siamo ritornati tutti al parco e abbiamo mangiato. Non indovinerete mai cosa è successo mentre camminavamo in giro per il paese. È spuntato il sole! E questo ha messo doppiamente l’allegria a tutti.
Poi verso le tre e mezza c’è stata la Messa e poi siamo ritornati al parco per l’ultima volta per concludere la nostra giornata con l’ammaina e con un grosso voga.

Ovviamente noi ci siamo fermati per smontare la nostra costruzione e per ricaricare il camion. È stato un B.-P. day fantastico perché per sconfiggere i boeri abbiamo dovuto collaborare anche con i più piccini e ha permesso a noi un po’ più grandicelli di scherzare e di conoscerci ancora di più. Spero che ce ne siano tanti altri di B.-P. day così.
Tigre energica