Il campo (f)estivo

È difficile scrivere
un articolo in rima
ma sono stati giorni da vivere
come poesia.
Sette giorni son pochi
come campo estivo
ma se son pieni di giochi
e divertimento attivo
sarà come nell’anno
un giorno festivo.
Poca strada dal pullman
certe cose rubate
il vigile sordo
per terra dalle risate.
Matilde sei mitica!
Sta in ascensore
con il solito uomo
che vuol vender le rose.
Con il lago alle spalle,
le gambe in salita
comunque sia la strada
non sarà mai infinita.
Tuffi dal molo
anche per Mister Campo:
“Non darmi la spinta!”
“preferisco il salto”.
E tra amori rappati
per capi rasati,
alcuni impiccati
altri dall’albero cadono.
C’è chi ha paura dell’acqua,
chi delle api
tanti dolci
per compleanni festeggiati.
E poi le cose che fan piangere
“se non fossi scout”
“con gli occhi pieni di sè”.
Per noi secondini
ci sono anche i Totem
nelle tende, vicini
ad aspettare.
Al ritorno si dorme
si scattano foto,
un po’ di occhi aperti
o stravaccati sugli altri.

Questo campo mi ha fatto capire che, comunque sia la strada, qualsiasi fatica da sopportare, ogni tuffo da fare, sarò sempre con qualcuno che avrà sempre la forza di farmi sorridere.
Grazie per le bellissime esperienze, saluto anche il nostro quarto anno che purtroppo tra poco passerà.

Ghiandaia Estrosa  (Irene Pendin)