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Reparto Perseo – L’unione

23La notte tra sabato 11 e domenica 12 agosto è successa una cosa che alcuni si potevano aspettare ma altri no, ed è proprio per loro che sto scrivendo questo articolo che racconterà di un fatto riguardante due reparti: l’unione tra i due reparti Pegaso e Orione che all’apparenza potrebbe per alcuni essere una cosa molto triste ma per altri (come i capi) molto positiva. Ma non perdiamoci in chiacchiere e incominciamo, dunque, era sera e ogni reparto stava facendo le proprie cerimonie conclusive come l’assegnazione della vittoria dell’ultimo campo ecc… erano circa le undici e mezza di sera e la cerimonia era alle cinque del mattino e quindi tutti erano indecisi su cosa fare in tutto quel tempo ma alla fine c’era chi stava davanti al fuoco a cantare, a far due chiacchiere o a riscaldarsi visto la temperatura invernale, c’era anche chi è andato in tenda a dormire per la stanchezza… c’erano tante cose che si potevano fare. Scoccate le cinque ci siamo messi tutti in camicia e diretti davanti alla tenda della cambusa ogni reparto con le varie squadriglie ha urlato il proprio urlo per l’ultima volta, abbiamo tutti quanti attraversato il passaggio di lumini creato dai capi: c’era chi piangeva disperato e chi invece era felice di conoscere nuove persone e arrivati nel cerchio più grosso rispetto agli altri ci siamo ritrovati a essere un reparto unico e gigante. 22È stata una cosa incredibile passare da una normalità di un reparto qualunque ad essere in un’altra molto più grossa e forse anche più bella… ma non si sa mai perché di solito l’apparenza inganna e nessuno vuole questo. Però mancano delle cose perché un reparto non si forma soltanto prendendo delle persone ma mancano ad esempio il nome, l’urlo… questo ancora non è ancora un reparto completo ma non vi svelerò né il nome né l’urlo. Si potrà scoprire alla festa di apertura con tutti i vari passaggi.
Quindi questo è il racconto dell’unione tra Reparto Pegaso e Reparto Orione.
Alessandro Branda,
squadriglia Albatros del Reparto Pegaso

REPARTO Pegaso – Una storia lunga sedici anni

Pegaso2018Due fiamme erette, che avrebbero dato vita a due reparti differenti, erano impiantate nel terreno durante l’ultimo giorno di campo estivo del reparto Andromeda annata 2002/2003. La notizia scaturì grande dissenso da parte dei’repartisti’, che mai avrebbero pensato di doversi dividere in due reparti, per di più uno composto solo da guide (Idra) e uno composto solo da esploratori (Pegaso). Non ho mai potuto conoscere il reparto Idra e non ho vissuto sulla mia pelle l’inizio del reparto Pegaso, ma solo la fine, e posso dire con certezza, dopo quattro anni passati in questo reparto, che il lavoro e la dedizione dei primi ragazzi del Pegaso hanno dato vita a un reparto degno del suo nome.
La parola “nascere” del reparto Pegaso non ha un senso solo simbolico, in quanto esso è partito da zero: non aveva materiale per le attività, per il quale ha dovuto fare parecchio autofinanziamento, non aveva una sede che si è posto come obbiettivo tramite la sua prima impresa e non aveva tradizioni, che nacquero dalla creatività degli esploratori stessi. Ad esempio, una delle tradizioni che da sempre fa parte del reparto Pegaso è quella “dell’uovo di Pasqua” che consiste nello spaccare in testa ad un ragazzo o una ragazza del primo anno un grande uovo di cioccolato.
Una delle poche cose, che il reparto Pegaso mantenne dal reparto Andromeda, furono i nomi delle quattro squadriglie maschili: Albatros, Puma, Ermellini, Lupi. Quando poi passarono le prime nove ragazze dai branchi/cerchi nacque la squadriglia delle Aquile, seguita negli anni a venire da Colibrì e Coyote. Un’altra delle cose che il Pegaso mantenne dal vecchio reparto, fu l’usanza di “Mr. Campo” che ricorreva a ogni campo estivo e che è durata fino ad ora. Con il passare del tempo ho potuto scoprire che molte cose si sono trasformate o addirittura cambiate totalmente. Andando avanti con gli anni si sono chiuse delle squadriglie e aperte delle altre, il numero di esploratori e di guide è cambiato a modo alterno, naturalmente con il passare degli anni la staff del Pegaso ha continuato a variare anch’essa e di conseguenza il clima del reparto ha subito delle mutazioni, rimanendo comunque positivo.
Ripercorrendo in prima persona la strada del Reparto Pegaso si può notare che essa è lastricata di ricordi e avventure che solo chi ha vissuto personalmente conosce e, siccome non tutti hanno potuto vivere questa esperienza così da vicino, ho deciso di informarmi per rendervi partecipi anche dei più piccoli dettagli che fanno parte di questo Reparto. La mia domanda ’il primo ricordo che ti viene in mente quando pensi al Pegaso?’ ha avuto diversi punti di vista “Ne ho tanti di ricordi ma quello che rammento di più, è del mio secondo anno. Era il mio compleanno e quando sono entrato in sede mi hanno fatto una festa a sorpresa”, “il ricordo più impresso che ho è il primo pernotto del reparto Pegaso, durante il quale abbiamo scelto l’urlo di reparto” due ricordi di due dei fondatori del Pegaso: Enrico Bellotti e Paolo Maglietta. “Non è un ricordo particolare ma un sentimento, l’emozione di sapere che eravamo più di un reparto, potevo contare su chiunque e sapevo che nonostante tutto, il reparto Pegaso era la mia famiglia” pensiero di Martina Richiusa, una delle prime ragazze ad entrare a far parte del Pegaso. Non posso darle torto, è normale che un Reparto diventi una ’seconda famiglia’ grazie alle persone che ne fanno parte, grazie alle esperienze che le legano, ai rapporti che si creano, grazie alla staff, a quei capi che ci fanno da fratelli maggiori ma anche da educatori, che “ci preparano la ’spa’ dopo l’hike con tanto di massaggi e creme” come ricorda Giorgia Broggi. Spesso molti dei ricordi che sono venuti fuori chiedendo a queste persone sono aneddoti divertenti o scherzi che possono sembrare sciocchezze ma che alla fine sono sempre ciò che si ricorda meglio come Alessandro Chiarot “Sono troppi ricordi per sceglierne soltanto uno! Campo invernale del quarto anno, vinto dalla mia squadriglia Ermellini, tema Cavalieri dello Zodiaco, abbiamo realizzato un video parodia, del primo episodio del cartone. Memorabile.” o Giorgio Lualdi “Ce ne sono tanti… ma uno ’particolare’ fu quando il mio vice rimase appeso per le mutande durante un percorso Hebert, scendendo dal quadro svedese”. “Quando ero al terzo anno di reparto, durante un pernotto, mentre i capi stavano facendo staff dopo averci messo a letto, io e la mia amica Chiara siamo ’sgattaiolate’ in bagno per chiacchierare, ma siamo rimaste chiuse dentro ed essendo le tre di notte, nessuno veniva ad aprirci. Per un attimo ho creduto che avrei dovuto dormire lì”. Questo è uno degli aneddoti divertenti di cui parlavo prima e che mi viene in mente per primo quando ripenso ai ricordi gioiosi che mi ha lasciato il mio Reparto anche se per quanto mi riguarda il Pegaso ha fatto molto di questo, in quanto non mi ha lasciato solo storie simpatiche da raccontare ma amicizie, esperienze e emozioni che porterò sempre con me.

pegaso2018
NEL FIRMAMENTO UN CAVALLO ALATO RIEVOCA TEMPI LONTANI

REPARTO PEGASO

Questo è ciò che venticinque ragazzi sedici anni fa hanno creato, durante il primo pernotto del reparto Pegaso, questo urlo fra poco non avrà più voce, ma la suo eco rimarrà nella storia, fino alla fine dei tempi.
TM

Un’attività speciale

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E rieccomi qui, a raccontarvi questa nuova esperienza, bene iniziamo subito, la giornata è iniziata con Max, un mio capo reparto era vicino ai capi, del reparto dei Phoenix; e stavo pensando: “no cavolo, perché è assieme a loro?, ci vuole mollare”.
Invece, non era così perché, poi si sono avvicinati gli altri capi, e hanno fatto attenzione, e poi chiamata. Da quel momento, abbiamo capito che avremmo passato, una giornata all’insegna del divertimento.
Una volta presentato, i capi hanno introdotto il tema facendo una scenetta, il tema era Masterchef, e dopo ci hanno diviso in sei gruppi, però se volevamo cucinare, prima si dovevano prendere gli ingredienti. A ogni gruppo, hanno indicato un ingrediente, che doveva essere servito o nel primo, o nel secondo, dopo ciò siamo andati a comperare il cibo, e dopo abbiamo preso il treno verso Caslino al piano. Verso le 11 siamo arrivati, eee…  accendiamo i fuochi e da là in poi è partita la gara, io e la mia squadra, siamo partiti bene e come menù abbiamo fatto:
1-Tagliatelle ai broccoli e bacon (erano molto buoni, sospratutto senza il sale, perché dalla fretta ce lo siamo scordato).
2-Purea di broccoli e mini crocette e pane tostato.
Secondo noi, è stato il piatto migliore perché in quel momento eravamo più uniti.
Come gran finale… BANANA SPLIT,
che tra l’altro dovevamo presentarne tre ma una si era bruciata e dopo era caduta.
Grazie alla nostra bravura, e al lavoro di squadra, siamo riusciti a qualificarci, sul podio, al secondo posto.
È stata una giornata bellissima, da rifare assolutamente, spero che ci risaranno altre occasioni di questo genere. Un grazie speciale ai capi e alla loro organizzazione.
Grazie capi!
Klaudia
Civetta perseverante

Una grande camminata

Domenica 3 dicembre, il Reparto Pegaso (del gruppo scout Busto 3 di Busto Arsizio) si è ritrovato alle ore 8:00 in stazione fs per una nuova e bella attività, però la sfortuna non poteva mancare perché il treno è arrivato con un ritardo di quindici minuti, quindi hanno dovuto saltare la messa dell’ora prevista e andare a quella dopo e questo gli ha tolto un po’ di tempo sull’attività organizzata. Mentre aspettavano l’inizio della messa, hanno giocato a diversi giochi scout (pistolero ecc.) fino all’inizio della messa. Una volta terminata hanno preso l’autobus diretto al Sacro Monte e tutti pensavano che si doveva andare a fare la salita (che nessuno voleva fare perché si faceva già alla domenica delle palme). Però alla fine sono scesi
qualche fermata prima del capolinea. Però dopo essere scesi gli è toccato un’altra camminata lunga quasi tre chilometri e durante il tragitto si sono fermati per fare una sosta ma anche per incominciare l’attività prevista cioè: ognuno doveva portare un oggetto che rappresenti una cosa che gli piace fare e una volta fermati ognuno ha scambiato l’oggetto con una persona di cui si può fidare e per il resto della camminata ognuno doveva chiedere ad almeno cinque persone il perché aveva portato quell’oggetto. Una volta arrivati a destinazione (sul monte “Chiusarella” a Varese) si sono fermati in uno spiazzo da cui si vedeva il lago di Varese e si sono messi a mangiare. Dopo la siesta ormai non c’era più tempo per giocare al giocone che avevano preparato i capi per colpa del treno che era arrivato in ritardo, quindi hanno camminato fino alla fermata dell’autobus sono tornati in stazione e mentre aspettavano il treno hanno concluso l’attività cioè che ognuno doveva scrivere le passioni che gli hanno detto le persone a cui l’hanno chiesto e scriverle su un foglio e riconsegnarlo ai capi. In questa attività il Reparto Pegaso ha praticamente solo camminato, è stato stancante ma alla fine non dispiace fare delle lunghe passeggiate soprattutto se si è in reparto.
Una volta arrivati hanno concluso l’attività fuori dalla stazione e la loro giornata finisce qui.

Attività all’aeroporto

Domenica 12 novembre, noi, Reparto Pegaso alle ore 9:00 ci siamo ritrovati in stazione nord di Busto Arsizio pronti per una nuova bellissima attività. Dopo essere scesi dal treno a Castano Primo, ci siamo incamminati verso la chiesa per la messa. Dopo ci siamo nuovamente incamminati… Abbiamo camminato e camminato… fino a che tutti erano molto stanchi e dopo un po’ siamo riusciti a trovare uno spiazzo in una strada in mezzo a due dighe, abbiamo mangiato lì. Dopo la siesta i capi ci hanno chiesto di fare un video, quindi per squadriglia dovevamo interpretare dei personaggi e noi Albatros abbiamo fatto delle interviste con i parenti dei piloti di un aereo che era esploso (meglio dire distrutto) su un aeroporto e quindi abbiamo fatto una specie di telegiornale in cui parlavamo di questa cosa (però scherzavamo perché dovevamo far ridere il più possibile i capi). Dopo siamo ritornati alla stazione percorrendo un percorso diverso e più corto rispetto a quello dell’andata. Una volta arrivati in stazione abbiamo ripreso il treno e siamo tornati a Busto Arsizio. Questa attivita l’ho chiamata così perché nel posto in cui siamo andati c’è l’aeroporto che si utilizzava prima della creazione di quello di Malpensa e al giorno d’oggi è un aeroporto abbandonato che non si utilizza più ormai da tanti anni. Tornando all’attività, devo dire che è stata (escludendo il posto che mi è piaciuto meno) molto bella e spero di fare attività del genere in futuro.
-Alessandro Branda, sq. Albatros

Campo invernale

Busto Arsizio 5 gennaio 2018
Primo giorno:
Martedì 2 gennaio 2018, il Reparto pegaso si è ritrovato nella propria sede scout (Busto Arsizio) per iniziare il campo invernale, si incamminarono verso la stazione e presero il treno. Una volta scesi (a Lonate Pozzolo), si sono incamminati, verso il posto dove hanno svolto… e dopo una lunghissima camminata (esattamente 3.6km h3:30 di cammino), arrivarono alla casa scout di Oleggio, erano tutti stravolti, quindi mangiarono i panini che ognuno si era portato da casa, focaccia e pizza offerti da genitori e da qualcuno di loro, deposero gli zaini e si prepararono per la prima attività del campo:
Visto che il tema era Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, bisognava creare uno scudo di squadriglia e praticamente tutte fecero uno scudo simile a quelli che usavano gli antichi romani tranne gli Albatros che sono rimasti “fedeli” al proprio stemma e quindi presentarono al reparto uno scudo a forma del loro simbolo. Alla fine del gioco dopo essersi riposati un po’ si sono recati in refettorio per cenare. Poi in una sala hanno festeggiato insieme a dei fedeli di Re Artù facendo dei giochi molto belli. A fine giochi erano tutti molto stanchi e sono andati a dormire.
Secondo giorno:
Il secondo giorno si apre con la sveglia alle 8:00 poi seguita dalla colazione e dall’issa bandiera (effettuata dagli albatros; i migliori). E si va ai giochi organizzati dai capi squadriglia (anche questi molto belli).
Il primo era la classica corsa dei sacchi, il secondo scherma (non quella reale) che consisteva nel bucare il foglio di carta velina con un bastoncino di legno, nel terzo gioco, la lotta dei cavalli uno doveva stare sopra un proprio compagno di squadriglia che doveva stare in ginocchio, infine il quarto gioco, la “battaglia rap” in cui ogni squadriglia doveva scrivere una piccola canzone con tre parole medievali date da un capo. Finiti i giochi sono andati tutti a mangiare. Dopo la siesta il capo squadriglia degli albatros ha organizzato due attività: la prima era un percorso dove per prima cosa si doveva dare due pugni e un calcio a Re Artù (senza colpirlo ovviamente), poi bisognava arrampicarsi su un albero, toccare un fazzolettone, saltare giù, lanciare un picchetto e beccare il foglio di carta velina, poi bisognava fare un percorso camminando su dei sassi senza toccare terra e fare uno scatto verso la propria squadriglia, nel secondo gioco due squadriglieri dovevano cercarne uno di un’altra squadriglia in mezzo al cerchio. Finito tutto hanno fatto un’attività di catechesi e una volta finita, si sono recati in refettorio per mangiare. Una volta finito arriva il gioco serale che consisteva nel procurare le spade per sfidare il drago che aveva rapito Re Artù e funzionava così: ogni squadriglia doveva andare dalla strega che dava indicazioni per andare dal minatore che a sua volta tramite una prova dava le indicazioni per andare dalla persona che faceva una piccola spada e dopo bisognava guadagnare dieci punti onore giocando alla lotta dei pollici contro le altre squadriglie e andare dalla ninfa azzurrina che consegnava la vera spada che serviva per sfidare il drago. Dopo hanno vegliato tutti insieme e alla fine quelli del primo anno si sono fermati tutti insieme e degli ex capi gli hanno offerto un morso a testa di panino con dentro l’nduja (alla fine i maschi sono stati sfamati). Poi siamo andati tutti a dormire.

Terzo giorno:
Terzo giorno che incomincia con la colazione seguita dal giocone finale che consisteva nel salvare Re Artù, in pratica dovevano risolvere una specie di anagramma con delle lettere scritte a caso su un cartoncino giallo e da lì dovevano trovare le indicazioni per trovare il drago e liberare il re. Finito il gioco sono andati a mangiare, poi di pomeriggio hanno svolto il consiglio della legge in cui tutti presentano le proprie mete e impegni, durò quasi cinque ore. Una volta terminato andarono tutti a cenare. E poi arriva il momento più importante per i primini, ovvero pronunciare la promessa e alcuni leggi scout per guadagnarsi il vero fazzolettone (quello blu e viola). Dopo sono andati tutti a dormire.

Quarto e ultimo giorno:
L’ultimo giorno il reparto si svegliò molto prima rispetto agli altri giorni (esattamente alle 6:00), perché dovevano sistemare gli zaini e caricarli nel furgone di un loro capo, pulire la casa e fare colazione. Una volta fatto tutto questo sono partiti, hanno preso il pullman fino al Terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa, hanno preso il treno, sono scesi a Busto Arsizio e a piedi sono tornati in sede e hanno terminato qui il loro campo invernale.
-Alessandro Branda,
squadriglia Albatros

Una attività a sorpresa

Bene, ecco a voi colibrì la busta, prendete righello, goniometro, eee…
Trovate il vostro punto di arrivo, la nostra meta era il parco della Valle del Boia a Cavaria, (ah la busta ci è stata consegnata dopo essere scesi dal treno), dove casualmente abbiamo incontrato il reparto Orione. Ci siamo presentati dicendo i nostri nomi e dopo ci siamo scarpati (cioè tolti le scarpe a vicenda) per creare le squadre. Il gioco consisteva nel togliersi le scarpe e creare la squadra, però non con calma ma usando la forza! Dopo aver creato le squadre, i capi ci hanno lasciato 15 minuti per creare un urlo che rappresentasse la squadra, dopodiché finalmente abbiamo mangiato. Dopo un po’ di siesta abbiamo iniziato il gioco vero e proprio, che consisteva nel fare almeno 5 prove. Una prova che mi è piaciuta tantissimo e stata quella in cui si doveva slegare un grande a cui erano legati dei fischietti che sbattevano fra di loro, solo che i fischietti che c’erano non si dovevano muovere e tutto ciò in 3 minuti. È stato un buon modo ci creare un po’ di leadership.
L’attività è stata molto divertente e piena di sorprese!

-Civetta perseverante klaudia

Una dolce uscita
Una dolce domenica mattina
La Sq Colibri di prepara
E verso le 8.45 sale in banchina
In direzione Varese sta andando
E l’energia sta preparando,
per andare a messa e pregare
e dopo iniziare ad alienare
dolcetti e leccornie hanno preparato
per far saziare il vostro palato
dopo aver venduto
la giornata si son godute
e le battute si son bevute
e una bella giornata hanno passato
e con gioia son tornate
a Busto Arsizio sane e salve

-Civetta perseverante klaudia

Un pernotto per due

10 dicembre 2017
Tutto è iniziato quando sul gruppo di whatsapp è arrivata la catena e, una dopo l’altra, le squadrigliere della squadriglia delle colibrì hanno iniziato a dire che non ci sarebbero state tranne Sofia e Beatrice.
Arrivò il momento della partenza ma anche la paura di non farcela da sole.
Il pernotto iniziò, dopo un po’ di siesta, con la catechesi e una breve presentazione di karatè.
Dopo una cena con tanto di pandoro i capi hanno lanciato il gioco della serata: “il giro dell’oca” adattato agli scout. Non era solo una questione di fortuna e di “lancio dei dadi” ma bisognava avere anche altre abilità come: intelligenza, agilità e velocità nel saper rispondere.
Le nostre protagoniste, anche se un po’ sfortunate, se la sono cavata.
Il mattino seguente la sveglia per il reparto è suonata abbastanza presto e dopo un’abbondante colazione il reparto si è diretto verso la chiesa, o almeno così pensavano…
In realtà i capi li hanno portati in stazione e poi hanno consegnato una busta a squadriglia che conteneva una cartina, una lettera e i biglietti del treno.
Leggendo la lettera Beatrice e Sofia capirono che dovevano partire ancora da sole per una nuova avventura.
Scoprirono che la loro meta era Rescaldina e che avrebbero dovuto prendere il treno per arrivarci.
I capi avevano assegnato loro diverse prove, una di queste era costruire un rifugio in mezzo a un bosco, ma prima bisognava andare a messa.
Dopo aver costruito il rifugio le due colibrì pranzarono e poi raggiunsero la stazione dove sono ancora adesso…
Riusciranno le nostre due colibrì a tornare sane e salve a casa?
Ma soprattutto, riusciranno a prendere il treno giusto per la stazione di Busto?
Lo scopriranno solo vivendo.
Sofia Pendin, Beatrice Ferrario

Curiose avventure nella località sperduta di Bosco Valtravaglia

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Cari lettori rieccoci, siamo la farfalla e la tigre, le vostre racconta storie preferite, e vogliamo narrarvi di quella settimana che si svolge nei mesi estivi, nella quale ti lavi e mangi poco, corri come un dannato e non dimagrisci neanche di un chilo, chiamata anche comunemente campo estivo. Fra corse alle chiese, lezioni di erbologia (approfondiremo più avanti), calcio saponato in principio, divenuto in seguito rugby (la situazione è sfuggita di mano), e momenti strappalacrime dovuti all’ultima sera, il campo estivo a Bosco Valtravaglia è stato memorabile.

Visto che sappiamo che non state più nella pelle di sapere tutti i particolari vediamo di accontentarvi…

Vi siete mai sentiti un tutt’uno con la natura? Avete mai pensato di preparare un’insalata a base di erbe di prato? Lo sapevate che le piante hanno poteri curativi e magici? Ebbene se aveste fatto parte del Reparto Pegaso, ora le risposte vi sarebbero chiare, ma visto che non ne fate parte e siamo particolarmente gentili, risponderemo noi per voi a queste domande. Verso la metà del campo, tre esperte sono venute dove campeggiavamo per farci comprendere il mondo delle piante. L’esperienza ci è servita particolarmente poiché ci ha fatto capire che ogni pianta ha una propria caratteristica che spazia anche nell’inverosimile ad esempio: sei preoccupato che la prof ti interroghi poiché non hai aperto libro? Nessun problema: cospargiti di felce e diventerai invisibile! Però oltre a farci fare due risate e fantasticare, l’attività ci è servita per farci conoscere i benefici di alcune piante che in futuro trovandoci in determinate circostanze potrebbero servirci. Un’altra attività che speriamo diventi una tradizione sono stati i giochi d’acqua, in particolare calcio saponato. L’attività ha dato modo a tutti (soprattutto ai maschi) di svagarsi muniti solo di un telo di plastica del sapone e di una palla. Ecco perché dicono che gli scout si divertono anche con poco! Ovviamente non sono mancati le risate e le canzoni intorno al fuoco, gli estenuanti gioconi notturni senza le torce, incidenti vari per i quali sono state fatte corse sfrenate all’ospedale (ma senza conseguenze, per fortuna!) e le prove di “Mister Campo” che abbiamo deciso di non rivelare per evitare traumi ai lettori più giovani. Volevamo inoltre riservare una parte di questo articolo per un saluto speciale ad una persona che per 3 anni ci ha fatto sorridere, riflettere e, per la maggior parte, far girare i nervi; alla quale però dobbiamo molto e senza il quale oggi non saremmo quello che siamo… chi ha orecchie per intendere intenda.

Un saluto caloroso

Farfalla visionaria,

Tigre meticolosa

Campo di Pasqua 2017 – Hunger Games

pasqua2017Io e il mio reparto il giorno 13 aprile siamo partiti dalla sede alla volta di Castelnovate, una frazione di Vizzola Ticino. Sbarcati dal pullman ci siamo incamminati con gli zaini in spalla attraverso il paese e attraversato un bel pezzo di bosco. Una volta arrivati al campo abbiamo montato le tende, l’issa, dopodiché abbiamo mangiato e, dopo un po’ di siesta, abbiamo iniziato il bivacco. Durate il bivacco i capi ci hanno svelato il tema del campo che era “Hunger Games”. I capi ci hanno divisi in distretti e ogni distretto doveva far vedere come reagiva a delle situazioni buffe. È stato un momento molto divertente e, per concludere, abbiamo cantato a lungo. Fatta la preghiera siamo andati a dormire.

Il giorno dopo, al sorgere del sole, ci siamo alzati e abbiamo fatto il riscaldamento mattutino e dopo mezz’ora abbiamo fatto l’issa bandiera e la famosa ispezione. Dopo la colazione c’è stato un gioco in cui dovevamo nascondere le nostre provviste (tonno & fagioli) e sfidare le altre squadriglie per rubarcele. È stato un gioco molto divertente. Dopo questo gioco abbiamo mangiato e quindi abbiamo fatto una “gita” al fiume e da là abbiamo iniziato la catechesi: era la via crucis ed è stato un bel momento di riflessione. Dopo cena abbiamo fatto la prima parte di giocone finale che è stato vinto dalle Coyote.

pegasopasqua2017Il penultimo giorno di campo, dopo la routine mattutina, abbiamo iniziato la seconda parte di gioco che consisteva nel colorare con delle spugne dei cartelloni nascosti nelle basi delle altre squadriglie. Il gioco è stato vinto dalla mia squadriglia (Colibrì). Dopo pranzo l’ultima parte di gioco consisteva, apparentemente, nel raccogliere e rubare materie prime agli altri distretti, ma in realtà dovevamo stare attenti e decifrare un codice che ci era stato dato da un capo della “ribellione”. Dopo questo gioco abbiamo iniziato il Consiglio della Legge che è durato solo 3 ore (un successo!) Dopo la fine del consiglio abbiamo cenato e, verso le 20.30, ci siamo incamminati verso la chiesa per assistere alla veglia pasquale. La sera stessa si sono svolte le cerimonie ed è stata consegnata la Fiamma (prima in mano a noi Colibrì) alle vincitrici di questo Campo di Pasqua: le Coyote che sono arrivate a pari merito con noi ma avevano raccolto più punti nelle attività prima del campo.
Domenica appena svegliati abbiamo fatto gli zaini, smontato le tende e fatto colazione. Durante la colazione abbiamo “premiato” il primino più bravo del reparto con una tradizione del nostro reparto (che non svelo ma che comprende un uovo di cioccolato gigante). È stato un momento molto divertente (e l’uovo era molto buono!). Subito dopo ci siamo incamminati per tornare in paese dove i nostri genitori ci sono venuti a prendere. Per concludere abbiamo fatto l’urlo di reparto. È stato un campo molto bello e pieno di avventure!
Civetta perseverante
Klaudia