Archivio mensile:marzo 2021

L’ultimo messaggio di B.-P.

GIORNATA DEL PENSIERO 2021

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Cari Scouts,
se avete visto la commedia Peter Pan vi ricorderete che il capo dei pirati ripeteva ad ogni occasione il suo ultimo discorso, per paura di non avere il tempo di farlo quando fosse giunto per lui il momento di morire davvero. Succede press’a poco lo stesso anche a me e, per quanto non sia ancora in punto di morte, quel momento verrà, un giorno o l’altro; così desidero mandarvi un ultimo saluto, prima che ci separiamo per sempre.
Ricordate che sono le ultime parole che udrete da me: meditatele.
Io ho trascorso una vita molto felice e desidero che ciascuno di voi abbia una vita altrettanto felice.
Credo che il Signore ci abbia messo in questo mondo meraviglioso per essere felici e godere la vita. La felicità non dipende dalle ricchezze né dal successo nella carriera, né dal cedere alle nostre voglie.
Un passo verso la felicità lo farete conquistandovi salute e robustezza finché siete ragazzi, per poter essere utili e godere la vita pienamente una volta fatti uomini.
Lo studio della natura vi mostrerà di quante cose belle e meravigliose Dio ha riempito il mondo per la vostra felicità. Contentatevi di quello che avete e cercate di trarne tutto il profitto che potete. Guardate al lato bello delle cose e non al lato brutto.
Ma il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. Cercate di lasciare questo mondo un pò migliore di quanto non l’avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto del nostro meglio. “Siate prearati” così, a vivere felici e a morire felici. Mantenete la vostra Promessa di Scouts, anche quando non sarete più ragazzi, e Dio vi aiuti in questo.
Il vostro amico

Baden-Powell

Un rassegnato ottimismo

GENERAZIONE X

Ciao a tutti cari amici ed amiche e bentornati sulla nostra rubrica di Generazione X.
Non c’è due senza tre, dice un famoso detto, ed infatti eccoci qua, alla nostra terza “Grande Riapertura”, che se fossimo un grande magazzino ci avrebbero già indagato per riciclaggio ma, per fortuna, noi di queste cose ci occupiamo solo quando facciamo la raccolta differenziata.
Parlando di raccolta differenziata, eviterò per questa volta di parlarvi delle gioie, o dei dolori del rincominciare, l’ho già fatto, due volte, e farlo una terza mi parrebbe davvero uno spreco del vostro tempo.
Il tempo, ecco un argomento tanto banale quanto interessante: parliamo del tempo.
Sono ormai arrivato al punto, nella mia carriera scoutistica, in cui i ragazzi che ho seguito quando erano E/G mi stanno tornando in branca, sottoforma di Rover e Scolte in servizio e, fra poco, quegli stessi ragazzi a cui ho cercato (non sono così pieno di me da pretendere di esserci riuscito) di insegnare l’amore per gli altri e la natura attraverso l’avventura, accompagneranno le mie nottate trascorse in Co. Ca a parlare delle questioni più urgenti ed importanti.
Non è la prima volta che faccio un pensiero del genere, e non sarà l’ultima, ma nel corso dell’ultima attività mi ha colpito particolarmente, per un motivo ben preciso:
avevamo lasciato organizzare le attività di quel fine settimana ai capi squadriglia, un metodo relativamente desueto nel Busto 3 che è in realtà alla base della metodologia scout del reparto. Ma non siamo qui per parlare di metodo, siamo qui per dire che, ad un certo punto, uno dei miei R/S, un tempo repartista, fa ad uno dei miei attuali repartisti una (scherzosa) lamentela in merito alle regole di un gioco, uguale a quelle (meno scherzose) che una volta lanciava nella mia direzione.
Un dejavù, un piccolo viaggio nel tempo che è servito a farmi riflettere: un giorno tendiamo l’orecchio ed eccoci in un’altra realtà dove quello che ho cercato di insegnare si è ormai sedimentato, assieme a mille altri insegnamenti di mille altri insegnanti, in una persona che è cambiata profondamente rimanendo però sempre uguale a sé stessa.
Da allora (che in realtà è meno di una settimana) vivo le mie giornate, complice sicuramente l’attuale situazione di… tutto, in uno stato di febbricitante rilassatezza.
Perché in fondo, per quanto importante sia, anche da un punto di vista simbolico il nostro B.-P. Day, parlare di ripartenza è ahimè prematuro (mi dispiace, ci ho provato con tutto me stesso ma ecco qui che sto parlando di nuovo della terza ripartenza) perché, anche volendo essere ottimisti, non sappiamo cosa ci aspetti nel futuro, o quando un incidente apparentemente insignificante ci farà ripiombare alla mente l’epoca dei lockdown e dei DPCM e ci farà pensare “wow, ma quanto tempo è passato!”. Per ora, possiamo solo sperare che questo periodo d’apertura possa essere più lungo degli altri.
Nel mentre, possiamo fare di necessità virtù, imparando ad apprezzare il nostro nuovo stile di progettazione “alla giornata”, consapevoli se non altro che così vivremo ogni attività come se fosse l’ultima perché, almeno per qualche tempo, potrebbe esserlo davvero.
Nonostante questo atteggiamento, una cosa che deve diventare sia necessità sia virtù, è l’imparare dagli errori che abbiamo commesso durante e subito dopo il primo lockdown. È vero che non sappiamo cosa ci aspetti per il futuro, ma ci rimane il passato e con esso tutte le norme sul distanziamento e sulla sanificazione che abbiamo accuratamente memorizzato. La stagione calda si avvicina e, con essa, la possibilità di quantomeno pensare ai campi estivi.

Tricheco Birbante

La nostra traccia

HANNO LASCIATO UNA TRACCIA

Cos’hanno in comune Nelson Mandela e Mu’ammar Gheddafi? O Joe Biden e Hillary Clinton? Carlo Verdone e Jim Morrison? Matteo Renzi e Matteo Salvini? Renzo Piano e i fratelli Ducati?
Non lo so, ma so che sono stati tutti scout.

In questa rubrica, da molti numeri ormai, abbiamo raccontato di scout diventati famosi, importanti o beati in giro per il mondo. Qualcuno è semplicemente passato attraverso questa esperienza, altri lo sono stati per tutta la vita (ma sì sa che “semel scout, semper scout”). Per quanto si possa continuare l’elenco con molti non menzionati in queste pagine, l’impresa resterebbe assai incompleta. Infatti, la grandezza dello scoutismo, il motivo per cui le due maggiori organizzazioni scout mondiali (WOSM e WAGGGS) sono state candidate al Premio Nobel per la Pace, non sta nell’aver educato alcuni grandi personaggi della storia, ma nell’averlo fatto per decine di milioni di ragazze e ragazzi in tutto il mondo.

Nella mia esperienza (ma penso che sia capitato anche a voi) ho conosciuto, sui giornali o nel quotidiano, scout indegni di vantare l’uniforme, così come persone mai state scout a cui sarebbe stato giusto conferire “l’Appartenenza Onoraria”. Ma il disegno complessivo, la grande foto di famiglia dallo Spazio, mostra un’umanità impregnata di uomini e donne della Partenza, di fratellini e sorelline ora cresciute che vivono la loro vita al meglio portando gioia nelle proprie case e alle persone che incontrano.

I grandi nomi servono, certo, a darci dei riferimenti nel bene (anche se poi ci sono quelli meno buoni). Ci è di orgoglio il poter dire di aver avuto tra i frutti del nostro movimento certe personalità, o di averne avuto l’appoggio. Però dobbiamo riconsiderare l’importanza dell’avere anche oggi milioni di fratelli e sorelle ad ogni latitudine. Fratelli e sorelle nel cuore, perché nel cuore portiamo la stessa promessa. Ed ecco che prende forma la mappa di un mondo percorso, germogliato di sentieri percorsi da persone che hanno camminato verso il successo con esiti più o meno proficui. Ma anche laddove non si conta un successo, rimane l’eredità di quelle promesse che anche oggi, in questa Giornata del Pensiero dedicata alla Pace, vogliamo rinnovare.

Anche oggi, come domani e come ieri, lasceremo la nostra traccia.

Gus

Più resistenti del Covid

REPARTO PHOENIX

BP Day 2020… sono passati “solo” 12 mesi: quel giorno eravamo un po’ pochi, ma abbiamo comunque pulito Busto. C’era già qualcuno che disertava l’attività per paura di un virus che arrivava dalla Cina. Già ma la Cina è così lontana da qui: monti, deserti, oceani ci separano. Noi cosa c’entriamo? Poi, i capi con lo sguardo furtivo, le battute su un virus che non conoscevamo (ma che avremmo imparato a conoscere), una Messa da celebrare in fretta… troppo in fretta, in anticipo sul tempo. La chiusura dell’attività che sembrava quasi definitiva, ma ancora non capivo. Non avrei potuto. Avremmo passato i mesi successivi chiusi in casa, fissi davanti a uno schermo, imparando parole nuove che piano piano sono entrate nella nostra quotidianità. Niente campo di Pasqua e nemmeno quello estivo (e la fiamma sempre lì a stagionare!), niente costruzioni, nessuna uscita di squadriglia e nemmeno il tanto agognato nome totem… ma ci siamo inventati un modo nuovo di stare insieme. Arriva il primo caldo e… si ricomincia! Prima con moltissima cautela, poi ci si scioglie ma la paura è sempre lì in agguato. Di sicuro non è come prima, ma sempre meglio di niente. Finalmente rivedo i capi (purtroppo qualcuno per il saluto definitivo), i miei amici, le ragazze della mia nuova squadriglia… e anche il primo pernotto dopo tantissimo! Il virus però è insidioso, sempre in agguato ed è pronto a un nuovo sgambetto, ma noi non ci arrendiamo. I capi hanno trovato modi nuovi per farci stare insieme, per farci apprezzare la bellezza del fare, la gioia della fatica dopo tanto troppo tempo in cui eravamo una cosa sola con la sedia! È bellissimo trovarci ancora ogni fine settimana per giocare, correre, aiutarci. Il campo di Natale è saltato ma le promesse sono state comunque… da brivido! Eravamo a Madonna in Campagna con una temperatura glaciale! Le due nuove ragazze delle gazzelle sono state fantastiche! Ogni volta che ci vediamo (certo, con mascherina, distanziamento, gel, certificazioni…) è un regalo che i capi ci fanno e che non dobbiamo dare per scontato. Febbraio 2021: quest’anno il BP Day mi mette un po’ i brividi… cosa verrà dopo?

Elettra Pinciroli (Sq. Gazzelle)