Archivio mensile:maggio 2017

Cento anni di scoutismo spaziale

Era l’aprile 2117 quando Giorgio Povelli, illustre generale ed esploratore spaziale, condusse un gruppetto di giovani ragazzi e ragazze per un campeggio orbitante sull’asteroide Mare Bruno, di passaggio in quel momento tra la Terra e Marte.
Certo, guardando alle sconfinate imprese di esplorazione di quegli anni era poca cosa, come uscire da una metropoli per campeggiare al parco, ma in ogni caso fu considerato un successo. Sotto il cielo degli igloo geodetici e durante le lunghe passeggiate in assenza di gravità gli scout di Povelli riscoprirono il contatto con la natura (anche se attraverso le impenetrabili tute spaziali), l’autonomia, la libertà e la gioia di stare insieme. Ogni mattina dovevano svegliarsi di buona lena per spolverare i pannelli solari del campo, cercare il combustibile per preparare la colazione e pulire le tende pressurizzate. Insomma, compiti che sulla Terra erano, allora come oggi, lasciati ai robot, L’esperienza di Povelli non ci mise molto a diffondersi e, in pochi anni, sulla Terra e su quasi tutte le colonie della galassia nacquero esperienze di scoutismo spaziale.

Adesso, nel 2217, festeggiamo il centenario di quell’avventura così piccola in proporzione, ma così grande nella storia. Fu solo una breve escursione per quelli che la compirono, ma diede inizio alla grande avventura che ancora oggi viviamo. E dire che, cento anni prima, il nonno di Povelli era stato uno scout terrestre come tantissimi altri. Aveva iniziato come lupetto in un gruppo in quella che all’epoca veniva chiamata Provincia di Varese (anche se le fonti discordano su quale fosse esattamente, la soluzione che trova il maggior sostegno tra gli storici è Busto Arsizio).
Chi l’avrebbe mai detto che questo suo nipote avrebbe fatto così tanto per lo scoutismo galattico? Certo, le difficoltà non mancarono e Povelli dedicò tutta la sua vita alla crescita e organizzazione della Space Scout Association (la SSA il cui distintivo portiamo tutti sulla destra delle nostre tute). Ma furono anche tanti i sostenitori dell’idea che videro in questa esperienza la possibilità di lavorare ancora di più e meglio per l’educazione di giovani e fanciulli e per la pace tra i pianeti.

Sicuramente bisogna riconoscere che questo successo non riuscì mai a scalfire l’anima entusiasta e spontanea dei primi giorni su Mare Bruno. Questa storia, che a molti potrebbe sembrare semplicemente un lontano ricordo perso nel passato, ci deve in realtà far riflettere sull’imprevedibile grandezza che le nostre scelte (a volte folli) possono generare. Adesso che le uscite domenicali nella Fascia degli Asteroidi sono diventate la normalità, che i campi invernali su Plutone o le route tra cometa e cometa scandiscono la nostra crescita di ragazzi e ragazze verso l’essere uomini e donne del futuro, dobbiamo ricordarci da dove tutto è cominciato. Un po’ per ritrovare quella quasi sfacciata semplicità delle origini, ma anche per pensare a quale sarà il prossimo passo. Il prossimo grande salto verso l’infinito e oltre…

E.G.

Grandi cambiamenti

Ciao, mi chiamo Sara del branco Tiko. Oggi vi voglio raccontare la mia esperienza di quando sono entrata in questo branco.
Ero andata in un capannone dove tutti erano riuniti. Ad un certo punto mi hanno chiamata. Ero troppo agitata. Sono andata dal mio ex capo e mi hanno regalato una borraccia. C’era un telo blu, come un fiume, e sono passata sotto gattonando. Dopo una ragazzina mi ha preso la mano e mi ha portato dai capi i quali mi hanno dato il fazzolettone bianco. Il secondo giorno avevo un po’ di nostalgia del mio vecchio gruppo…
Dopo molto tempo, era un sabato, abbiamo fatto un pernotto e io e la mia amica, ci siamo divertite a pulire il bosco ma quella che affrontava le ortiche e le prendeva fra le gambe, ero io…
La sera siamo andati nel bosco in sestiglie. Io ero troppo spaventata. Quella sera, di fronte ad un fuoco, ho detto la mia promessa da lupetta e mi hanno dato il fazzolettone. Che pernotto!
Sara Romano

Poter dire:

IO C’ERO
Mi sono sentito/a:
. gioiosa e serena,
. emozionato,
. importante,
. bene e felice,
.come quando avevo otto anni e avevo appena fatto la Promessa.

PERCHE’ RIDARE LA PROMESSA?
. È una cosa importante,
. è un ricordo,
. si vuole rivivere un momento importante,
. la Promessa è una cosa seria da tenere nel cuore,
. ci fa imparare,
. è una cerimonia importante.

NOI C’ERAVAMO!
Branco “Albero del Dhak”

Corsa di Primavera

IL PERNOTTO CON TRE BRANCHI

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Sabato e domenica abbiamo giocato e fatto il pernotto con i Tikonderoga, Legnano 1 e Valle Olona 1. Ho fatto nuove amicizie ed ho incontrato due mie vecchie amiche. All’inizio mi sentivo persa insieme alle altre persone, poi mi sono abituata ed ho capito che mi piace stare con gli altri che non conosco. Però sono sempre stata al fianco della mia migliore amica del cuore Margherita. Ritornando al pernotto abbiamo giocato a roverino, tutti contro tutti e ad altri giochi. Domenica abbiamo fatto un gioco che parlava di un viaggio in diversi paesi, a me è piaciuta l’Italia, il Bangladesh e la Siria. Io mi sono divertita, spero di rifare un’esperienza così bella e di rincontrare i branchi e di fare nuove amicizie!

Layla Toso

 

UN GIOCO PER IL MONDO

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Domenica scorsa è arrivato il capo presidente del mondo e sono arrivati capi travestiti da persone di vari continenti. Ci hanno assegnato uno stato e ci hanno dato un passaporto. Ogni stato aveva un bollino. Nel primo stato si stava bene, nel secondo stato che si chiama Bangladesh mancavano acqua e cibo; nel terzo, l’Italia, arrivavano troppe persone; nel quarto, il Ciad, c’era molta povertà e si mangiava quasi solo pesce; nel quinto, la Sierra Leone, c’erano le malattie e solo un’infermiera; nell’ultimo che si chiama Siria c’era la guerra. Ad ogni stato corrispondeva un gioco. All’inizio l’italiano chiamava tutti “barbun”, ma alla fine ha chiesto scusa alla gente lontana che soffre. Mi è anche servito di lezione per farmi bastare quel che ho senza sprecare niente, Comunque mi sono divertito davvero tanto! Sebastian Valentini

Cento!!

CastoriniGAEccoli, quelli che crescono e apriranno la strada al prossimo Centenario
Lo scorso sabato 11 Marzo noi castorini della Colonia Grande Alce abbiamo fatto un pernotto importante.
Col treno siamo andati a Stresa al Collegio Rosmini.
La sera sul balcone, dopo alcuni bambini, Zio Malak mi ha chiamato e mi ha portato in una grotta dove c’erano Alice e Patti ad aspettarmi.
Alice mi ha cambiato il verbo, il quadratino di legno, da “esplorare” a “fare”.
Poi mi ha cambiato anche la coda: sono passato da coda fulva a coda marrone, cioè sono cresciuto.
Poi siamo rientrati e abbiamo giocato in palestra.
Poi siamo andati a dormire, e il giorno dopo siamo tornati a casa, dopo aver preso il treno.
È stata una magnifica esperienza!
Grazie a tutti i miei capi e a tutti i miei compagni Castorini, presenti e passati, per aver passato questi tre anni bellissimi.
Giovanni