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Clan Kypsele – L’unione fa la forza!

22Festa di Chiusura 2018: chi c’era sicuramente non può non ricordarsi gli urli dei reparti! Certamente non noi ex-Pegaso e ex-Orione (sì Elena, sentiti esclusa!).
Quel fiume di lacrime che ha pervaso un po’ tutti era motivato dal fatto che dall’anno prossimo le unità E/G del Busto 3 diventeranno una di meno: il reparto Pegaso e il Reparto Orione infatti sono stati uniti.
Se da un lato la cosa è tutto sommato semplice, dall’altro non possiamo -anche per il dovere di informare voi lettori- non nascondere le difficoltà che la CoCa ha dovuto affrontare per giungere a questa decisione.
Dicevamo semplice: per usare il linguaggio corretto dobbiamo parlare della chiusura di due unità e di apertura di una nuova. Come stabilisce l’Agesci entrambe sono decisioni che assume la Comunità capi del Gruppo, dopo un’attenta e delicata analisi delle esigenze del Gruppo stesso e ancor prima del bene dei ragazzi.
Questa indagine in particolare ha tenuto conto dei coprotagonisti di un’unità: i ragazzi e i loro capi.
Entrambe le unità soffrivano di una lieve ma costante diminuzione degli esploratori e delle guide, un po’ perché con il tempo qualcuno decideva di lasciare, ma in larga parte perché i lupetti che ogni anno passavano non erano sufficienti a garantire i numeri per tre reparti.
Il bilancio è presto detto: tre branchi in meno offrono meno passandi, che comunque si devono distribuire in tre reparti. Se ai nostri tempi (ah! La vecchiaia!) ad ogni passaggio in ogni reparto entravano 10 persone, nell’ultimo periodo poteva anche accadere che non tutte le squadriglie avessero un novizio, e per una squadriglia vi assicuriamo che può essere un problema!
Per quanto riguarda i capi invece il discorso è analogo, ma con motivazioni differenti.
Benché essere scout sia la cosa più bella del mondo, può capitare che per motivi diversi un capo decida che il suo servizio si debba interrompere (ragazzi, vogliate bene ai vostri capi!). Questa circostanza è accaduta o sarebbe accaduta a molti capi E/G, e questo capite bene che può essere un grosso problema, non tanto perché costoro non siano sostituibili da aitanti rover e scolte che prendano il loro posto, ma perché questi ultimi non possono (sia perché lo dice il Metodo, sia perché per essere un buon capo occorre un percorso formativo molto lungo) “condurre un’unità”, cioè esserne i capi responsabili.
Accantonando per un attimo le questioni burocratiche, vorremmo spostare l’attenzione sull’effettiva difficoltà che un’unione può comportare nella vita di un repartista. Noi pensiamo, però, che sia quantomai paradossale parlare di unione in uno spirito negativo: la parola, infatti, racchiude nel suo significato il concetto di stringersi l’uno intorno all’altro e di ripartire, insieme, nell’ottica dello slogan, che mai fu più azzeccato, “l’unione fa la forza”. I ragazzi sono partiti col piede giusto, avendo compreso che tutti i repartisti condividono lo stesso spirito e voglia di fare e hanno iniziato a darsi un’identità comune: è nato il reparto Perseo che ha già fatto sentire la sua voce in quadrato (hanno spaccato eh?!).
È già capitato, nella storia del Gruppo, che dei reparti dovessero unirsi/dividersi per diverse esigenze e tutti l’hanno fatto nel migliore dei modi. Auguriamo, quindi, ai ragazzi del reparto Perseo, un buon anno scout e che possano cogliere l’opportunità che hanno di scrivere una pagina di storia e di adempiere alla grande responsabilità di portare questo nuovo reparto “per aspera ad astra”.

Alessandro Lupo
Chiara Sidoti
Elena Banda
Shobha Mazzucchelli

Reparto Perseo – L’unione

23La notte tra sabato 11 e domenica 12 agosto è successa una cosa che alcuni si potevano aspettare ma altri no, ed è proprio per loro che sto scrivendo questo articolo che racconterà di un fatto riguardante due reparti: l’unione tra i due reparti Pegaso e Orione che all’apparenza potrebbe per alcuni essere una cosa molto triste ma per altri (come i capi) molto positiva. Ma non perdiamoci in chiacchiere e incominciamo, dunque, era sera e ogni reparto stava facendo le proprie cerimonie conclusive come l’assegnazione della vittoria dell’ultimo campo ecc… erano circa le undici e mezza di sera e la cerimonia era alle cinque del mattino e quindi tutti erano indecisi su cosa fare in tutto quel tempo ma alla fine c’era chi stava davanti al fuoco a cantare, a far due chiacchiere o a riscaldarsi visto la temperatura invernale, c’era anche chi è andato in tenda a dormire per la stanchezza… c’erano tante cose che si potevano fare. Scoccate le cinque ci siamo messi tutti in camicia e diretti davanti alla tenda della cambusa ogni reparto con le varie squadriglie ha urlato il proprio urlo per l’ultima volta, abbiamo tutti quanti attraversato il passaggio di lumini creato dai capi: c’era chi piangeva disperato e chi invece era felice di conoscere nuove persone e arrivati nel cerchio più grosso rispetto agli altri ci siamo ritrovati a essere un reparto unico e gigante. 22È stata una cosa incredibile passare da una normalità di un reparto qualunque ad essere in un’altra molto più grossa e forse anche più bella… ma non si sa mai perché di solito l’apparenza inganna e nessuno vuole questo. Però mancano delle cose perché un reparto non si forma soltanto prendendo delle persone ma mancano ad esempio il nome, l’urlo… questo ancora non è ancora un reparto completo ma non vi svelerò né il nome né l’urlo. Si potrà scoprire alla festa di apertura con tutti i vari passaggi.
Quindi questo è il racconto dell’unione tra Reparto Pegaso e Reparto Orione.
Alessandro Branda,
squadriglia Albatros del Reparto Pegaso