Archivio mensile:novembre 2016

N.A.T.O. anzi, nati per far giocare

19 Oggi spetta a me raccontarvi l’ultima avventura (se così possiamo chiamarla) che abbiamo passato. Questa è stata un’esperienza nuova e completamente diversa dalle altre.
Sperando di riuscire a rendere l’idea e di trasmettere tutte le emozioni provate, cercherò di raccontarvela. Partiamo con il dire che l’organizzazione di questo evento è iniziata circa un mese e mezzo fa, quando la “Cara famiglia Giovannetti” ci ha proposto di prendere parte a questa giornata in caserma durante la quale avremmo potuto mostrare un po’ il mondo scout alle famiglie dei militari provenienti da molte zone del mondo. Chissà, magari avrebbero deciso di intraprendere a loro volta questo viaggio insieme a noi.
Questa proposta ci ha entusiasmato ed abbiamo deciso di accettarla.
Con il passare delle settimane ci siamo ritrovati in un lampo al fatidico giorno, così, dopo esserci incontrati alla caserma, i capi ci hanno subito spiegato come si sarebbe svolta la giornata: alla mattina ci saremmo dedicati alla costruzione di un portale che avrebbe rappresentato il nostro “stand”, e ci saremmo divisi tra di noi gli altri incarichi.
Nel pomeriggio invece, seguendo ognuno i compiti datici in precedenza, avremmo intrattenuto i visitatori con diverse attività. Queste erano: tipici giochi scout come roverino, palla scout e stella.
Per trasmettere anche delle competenze invece avevamo preparato attività come: insegnamento dei principali nodi, che possono sempre essere utili, e la creazione di carinissimi origami.
Ed infine, l’immancabile trucca bimbi. Perché si sa che tutti i bambini sono più felici con un po’ di colore in faccia.
Una volta decisi i compiti di ognuno abbiamo iniziato la costruzione del portale, il quale ha fatto sentire subito me ed alcune altre persone come se fossimo all’interno del mondo dei popolari libri di “Shadowhunters” e così, sentendoci un po’ degli eroi infallibili, abbiamo iniziato a lavorare. Ma come ben si sa, tra il dire ed il fare…, ed infatti il nostro caro portale, che aveva la forma più o meno di un ponte, ha deciso che non voleva rimanere in piedi e questo ci ha costretto a cambiare il progetto.
Ok, ok, forse non siamo proprio degli eroi invincibili, ma alla fine l’importante è che qualcosa lo abbiamo creato no?

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Dopo la stancante costruzione del portale ci siamo riposati ed abbiamo mangiato, sapendo che il pomeriggio sarebbe stato ancora più impegnativo della mattina. Infatti, dopo esserci rimpinzati, ci siamo di nuovo suddivisi in gruppetti ed ognuno si è separato per l’attività che avrebbe dovuto seguire. Ad esempio io e le altre ragazze che si sarebbero dovute occupare del trucca bimbi ci siamo sbizzarrite nel provare su noi stesse i trucchi disegnandoci l’un l’altra tigri, fiori, cani, farfalle, arcobaleni e… un’intera maschera di teschio in stile “dia de los muertos”. Dopo tutta la fase di preparazione iniziale la gente ha cominciato ad arrivare. Nei primi momenti non era molta ma col passare del tempo ha iniziato a diventare davvero numerosa. Io personalmente ho iniziato ad essere un po’ nervosa ed in ansia nel vedere tutte quelle persone che arrivavano ed io continuavo a domandarmi come avrebbero reagito i bambini se il loro trucco non fosse venuto bene e cosa avrebbero detto i loro genitori. Fortunatamente, con il tempo, la pressione e l’ansia se ne sono andate ed il pomeriggio è passato in un batter d’occhio.
Durante le attività, inoltre, una squadriglia alla volta, avevamo il tempo per girare e guardare gli stand degli altri stati e la cosa che è piaciuta a molti di noi è stata la presenza dello zucchero filato.
Verso le nove e mezzo, quando ha iniziato a farsi buio, abbiamo smesso le attività ed abbiamo avuto il tempo di cenare e svagarci un po’ facendo gli ultimi giri per gli stand. La fine dell’evento è stata contrassegnata da un bellissimo spettacolo di fuochi d’artificio, dopo il quale è iniziata la parte peggiore: la fase in cui bisogna smontare tutto.
Terminato anche questo ci siamo avviati alle macchine e la nostra giornata si è conclusa. A parer mio questa è stata veramente un’esperienza bellissima e da ricordare, se ne avessi la possibilità credo che la rifarei molto volentieri anche perché, tra l’altro, credo di aver appena scoperto un’inattesa passione per truccare i bambini.
Alla prossima!

 
Cerbiatto loquace

Campo estivo in Svizzera 2016

OLYMPUS DIGITAL CAMERACiao a tutti amici lettori, sono Alessandro, il vostro cronista incaricato di raccontare a voi e alle generazioni future le avventure del reparto Phoenix.
Come al solito incomincerò dal principio: dopo un’agognata preparazione all’altezza di un reparto coi fiocchi, eccoci finalmente arrivati alla prova del nove: mettere in pratica quello che fino a pochi mesi fa era un’idea lontana. Era la prima volta nel reparto che facevo un campo all’estero e, se devo dirla tutta, l’idea non mi emozionava più di tanto dato che fino alla fine mi sono schierato nell’opposizione, ma mi sono dovuto ricredere.
Era un 9 Luglio di quelli afosi e soleggiati. Appena arrivato in sede venni sommerso da richieste e richieste d’aiuto fatte dagli altri repartisti che nel frattempo, come tante piccole formiche all’opera, avevano incominciato a spostare fuori tutto il materiale necessario per il campo. Dopo aver aspettato il resto del Reparto, caricammo tutto il materiale su di un pullman e partimmo verso la Svizzera. Ovviamente nulla è perfetto e, una volta superato il confine svizzero, dovemmo scendere in un parcheggio semideserto dato che il largo pullman non passava per le strette vie del centro abitato. Dopo una mezzoretta di cammino arrivammo al campo base dove dei capi ci stavano già aspettando impazientemente. La prima cosa da fare era quindi montare le tende, che sarebbero stati i nostri alloggi per il resto del campo, la nostra, con vista campo base, era però sopra la collinetta più alta quindi ogni volta che ci eravamo fatti la doccia, una volta arrivati in cima eravamo già sudati e sporchi.
Ben presto il lancio del tema ci fece intuire che la trama del campo estivo era incentrata su “Ritorno al futuro”, film leggendario che vede protagonisti Marty ed il suo inseparabile amico Doc.
Il pomeriggio passò velocemente sotto il cocente sole svizzero, anche la notte passò rapida e il giorno dopo eravamo alle prese con qualche altro gioco organizzato a giorni alterni dai capi o dalla pattuglia animazione, di cui io facevo parte. Le mie attività preferite si sono svolte nei giorni centrali del campo: uno è la progettazione e la fabbricazione della mitica DeLorean, che permise a Marty di viaggiare indietro nel tempo, che ci eravamo trascinati dalla sera prima.
Una volta costruita la macchina andava alimentata, ma non col Diesel bensì con l’uranio, che ci siamo guadagnati in una staffetta su e giù per le colline.
Ora le De Lorean erano pronte per il salto… ma non c’era un solo modello, bensì 4, quindi spettava a noi decretare la vincitrice scoppiando i palloncini attaccati nelle portiere delle macchine avversarie. Alla fine i modelli migliori si dimostrarono il nostro e quello dei Giaguari.

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Come al solito non potevano mancare i Libici. L’obbiettivo era quello di sparare dell’acqua colorata sugli avversari, ogni squadra ha abbinato un colore, alla fine una persona con un colore dominante valeva un punto per la squadra abbinata al colore.
Alla fine sembravamo delle tavolozze dipinte da Picasso!
Ovviamente il campo non fu sempre soleggiato e un giorno cadde sulle nostre teste un acquazzone che rischiava di soffiarci via le tende, alla fine con 3 picchetti per tirante riuscimmo a sconfiggere il maltempo.
Il nostro secondo nome è avventura, quindi, in occasione del sopralluogo dei dintorni Alan ci intrattenne con una sfida al medico migliore: dovevamo curare i nostri capo che si erano provocati delle fratture multiple, scomposte ed esposte ma alla fine con la nostra buona volontà riuscimmo a salvarli.
In un campo in tema anni ’50 non poteva mancare il ballo di gala, che comprendeva cena a buffet e balli più o meno stile anni ’50, insomma ci divertimmo come dei matti e andammo avanti a ballare fino a quando la fievole fiamma del braciere non si spense del tutto lasciandoci spazio per la veglia alle stelle dove riflettemmo su tutto ciò che era accaduto nel corso del campo.
Anche l’Hike passò senza difficoltà e anche se affaticati tornammo al campo base. I capi ci ritennero anche pronti per la cerimonia dei nomi totem, dove io venni battezzato: Turaco temerario.
Finalmente il campo era finito, ma una cosa ci aspettava ancora: la premiazione della squadriglia migliore del campo e con molta sorpresa la nostra squadriglia vinse il campo! Finite le premiazioni in cui alla fine mi avvolse un senso di gioia e compimento, tutti riabbracciammo i nostri cari e l’Estate che non era ancora finita!
Alessandro Baraldi
Turaco temerario

INSIEME A NOI, PER UN PROGETTO AUTENTICO!

insieme-a-noi

Carissimi genitori,

vi chiediamo la vostra collaborazione per la stesura del nuovo progetto educativo di gruppo.

Il nostro impegno di educatori per i vostri figli è infatti coordinato da un progetto triennale attraverso il quale, dopo un’attenta analisi della situazione del territorio nel quale operiamo, ci proponiamo obiettivi comuni a tutte le unità, da perseguire nel triennio successivo.

Questo ci consente di lavorare con una certa omogeneità, di tracciare cioè delle linee comuni che uniformano il cammino del castorino/a a quello del lupetto/a, dello scout e della guida, del rover e della scolta; si creano quindi i presupposti per quella che è chiamata Progressione Personale Unitaria.

Ciò a cui educa un Vecchio Castoro o un Akela è cioè in linea con le mete educative del Capo Reparto e del Capo Clan, quello che cambia sono gli strumenti attraverso cui, in accordo con i bisogni e le necessità educative delle varie fasi di crescita dei ragazzi, tentiamo di raggiungere questi obiettivi.

Nella fase attuale, quella di indagine, interpelleremo anche i ragazzi attualmente presenti nel nostro gruppo (attraversi interviste e questionari) allo scopo di rilevare i bisogni e le problematiche educative su cui lavorare.

Vorremmo coinvolgere anche voi, o meglio chi di voi lo desidera, attraverso alcune domande che trovare cliccando su questo link: https://goo.gl/forms/XUQ4XcxzMGXWTztE3

Il questionario vi porterà via solo alcuni minuti ed è completamente anonimo.

Riteniamo infatti che l’apporto dei genitori sia fondamentale in quanto primi educatori e referenti dei vostri figli.

Grazie per la collaborazione.

La Comunità Capi

 

Castagnata!

castagnata
Avvisiamo tutti che sabato 5 Novembre ci sarà una gustosissima castagnata al macello!
Il gruppo genitori si troverà per le 14.30 per incominciare a tagliare le castagne ed accendere il fuoco.
Ogni unità, una volta pronte le castagne, potrà recarsi al banchetto e servirsi.
Per chi lo volesse i genitori prendono le ordinazioni: prima dell’attività riferite ai genitori quanti bimbi avete e vi porteranno i pacchettini in tana.
Sarà disponibile anche del thè caldo.
il tutto è offerto dal gruppo ma sarà comunque presente una cassettina per l’offerta.
Naturalmente sono invitate tutte le famiglie (armate di coltello per tagliare le castagne) interessate.
la pattuglia Genitori e sede

Un campo ricco di emozioni

16Come credo ognuno di noi, per me il campo estivo è un momento di grande felicità.
Ogni anno mi succede sempre la stessa cosa: guardando il calendario mi accorgo che manca pochissimo al campo e che non ho ancora preparato lo zaino.
Questo anno il campo è durato 8 giorni, ma di certo la lunghezza non mi ha spaventata. Alla partenza eravamo felicissimi e curiosi di scoprire che cosa avremmo fatto. Il tema del campo di certo intrigava… “Lo Hobbit”. Io personalmente non vedevo l’ora di incominciare ed ero al settimo cielo, ma la felicità è durata poco visto che per arrivare al campo a noi destinato c’era una salita lunghissima che sembrava non finire mai. Arrivati in cima, senza perdere tempo abbiamo montato le tende, anche se una leggera pioggerella e il freddo iniziavano a farsi sentire. Appena scesa la sera abbiamo acceso il fuoco e ci siamo tutti stretti intorno a esso. Per il gran freddo che faceva sembrava di essere al campo di Pasqua. I primi giorni sono passati velocemente ma sono stati piuttosto difficili per via del tempo. Ed è qui che arriva la parte del campo che preferisco in assoluto e sono sicura che molti mi troveranno d’accordo: l’hike.
Come ogni anno l’hike è il momento in cui la squadriglia è più legata e dove anche i più timidi si tirano fuori. E solitamente dopo questo genere di esperienze la squadriglia torna più unita di prima. Una cosa negativa dell’hike, però, è che quando ritorni sei distrutto. Ma i capi sono preparati, e quindi dopo esserci lavati e cambiati abbiamo mangiato panini con la Nutella e abbiamo fatto una serie di massaggi rilassanti. Il tempo passa, e il giorno di rientro si avvicina, fino a diventare “domani”. il giocone finale è sempre il più lungo e il più duro e con la fine del gioco tutte le mie energie se ne sono andate. Per me però, più che per altri, questo campo è stato particolarmente speciale per via della cerimonia dei totem, che è stato un momento davvero bellissimo ed indimenticabile.
Per concludere, vorrei dire che non vedo l’ora che l’anno ricominci, perché sono sicura che sarà bello come sempre!

 
Farfalla visionaria
Laura Merlo