Archivio mensile:ottobre 2015

Passaggi 2015: un nuovo inizio – Lettera al reparto


Caro reparto,
è giunto il giorno anche per noi di passare in noviziato, quello che speravamo non arrivasse mai.
Siamo spaventati per quello che ci aspetterà oltre quel ponte, il nostro megasuperextrafighissimo ponte, ma anche elettrizzati per le nuove avventure che ci aspetteranno da domani in poi.
Siamo orgogliosi di questi quattro anni spesi in questo magnifico reparto, il Signor reparto Orione, che è un reparto che spacca.
Spacca il nostro urlo, che tutti i più piccoli urlano quando noi lo urliamo con tutta la voce che abbiamo.
Spacca la nostra staff, che si è rinnovata negli anni, ma che è sempre stata al top.
Spacca la gente che c’è stata e che c’è in questo reparto, perché, senza di voi, noi non saremmo diventati quello che siamo ora.
Siamo cambiati tanto negli anni, sia fisicamente che mentalmente, siamo passati dall’essere i mocciosetti rompiscatole del primo anno, all’essere i più grandi.
Questi quattro anni sono stati meravigliosi, pieni di sogni, avventure, pernotti e campi che nessuno di noi potrà mai dimenticare.
Sono stati quattro anni stupendi che purtroppo (come tutte le cose belle) sono passati in un baleno.
Ci sembra ieri di essere passati su quel ponte, ci sembra ieri la notte della promessa e ci sembra ieri che questo anno iniziava.
In questi anni abbiamo realizzato tanti sogni chiamate imprese (alcune riuscite ed altre no): il film, al nostro primo anno; il soft air, la casetta sull’albero, il parco avventura, il forno per le pizze alla chiusura, la lezione con il macellaio ed il pernotto all’estero che purtroppo è fallito.
Non smettete mai di sognare, fate imprese degne di questo nome, puntate in alto e non arrendetevi mai.
Siate uniti, sorridete sempre e fate gli idioti che è quello che, a quanto pare, ci riesce meglio.
Siate seri quando dovete, divertitevi e godetevi questi anni che saranno i migliori e che purtroppo voleranno.
Date un calcio all’impossibile, perché questa parola non esiste.
Siate orgogliosi di voi stessi e del nostro reparto, perché noi lo siamo e lo saremo sempre.
Questo non è un addio, ma solo un ciao.
Vi aspettiamo dall’altra parte!

Il vostro (ormai ex) quarto anno
Tigre energica – Riccio vivace – Foca briosa – Quokka rilassato – Grillo frale

Scout per sempre

Ciao mi chiamo Emma e sono entrata da pochi mesi negli scout. Questo era il mio primo campo e qui ho fatto anche la mia promessa. Ero molto emozionata.
Mi sono piaciuti tanto i giochi d’acqua ed in particolare calcio saponato. Il tema del campo erano i cavalieri della tavola rotonda e quindi abbiamo costruito le spade gli scudi e gli elmi. In generale mi sono piaciuti i giochi ed i vestiti che i vecchi lupi utilizzavano per i lanci dei giochi. Come ho detto prima è stata la mia prima esperienza, quindi di cose ne avrei da raccontare parecchie, ma un articolo non mi basterebbe. Solo su una cosa vorrei spendere ancora due parole: la mia Promessa. Pronunciare la mia Promessa era un momento che aspettavo da tempo. Ero tesa e preoccupata ma dopo averla detta… ero felice, molto felice. Mi hanno detto che ora sarò scout per sempre… ed anche oltre.
Nel cuore, per sempre, Tikonderoga!

Emma Palermo

La mia settimana al campo estivo

A fine giugno ho trascorso sette giorni con il mio gruppo scout al campo estivo a San Pietro in Valle Antrona.
Eravamo in una casa parrocchiale che aveva tre piani ed era molto spaziosa. Io dormivo al terzo piano con Emma, Milena, Giulietta, Angelica e Elisa.
Il tema del campo era: “I Cavalieri della Tavola Rotonda”.
Ogni mattina prima di colazione facevamo un po’ di ginnastica. Ogni giorno poi i capi ci proponevano tanti giochi e attività nuove e ogni sera qualcuno di ogni sestiglia doveva raccontare al Consiglio cosa era piaciuto e cosa no della giornata.
A me sono piaciuti molto in particolare i giochi d’acqua, la caccia al tesoro del Sacro Graal e quando abbiamo costruito lo scudo, l’elmo e la spada. Mi ha divertito molto il giorno in cui dovevamo andare in chiesa per la S. Messa e siccome c’era stato un matrimonio, la Messa non l’hanno fatta.
Questo è stato il mio primo campo fatto con il branco Tikonderoga e con i miei capi e mi è piaciuto davvero molto.
Bianca

Ai Lupi della brughiera

Cari fratellini e sorelline,
quando leggerete questo breve articolo, Akela avrà ripreso il posto d’onore alla Rupe del Consiglio, un nuovo vecchio lupo sarà stato accolto, tanti nuovi cuccioli si saranno uniti ai Lupi della Brughiera e… il vostro Hathi avrà già lasciato il branco.
Le voci circolano in fretta nella Giungla eppure questa non era arrivata alle vostre orecchie e quindi vi avrà colto con un po’ di sorpresa. Perché Hathi se ne va? La Giungla è grande e il cucciolo è piccolo, non tutto si può spiegare ma potete star certi che la legge della Giungla non ordina mai nulla senza una ragione e noi, fratellini e sorelline, siamo davvero tutti sotto una stessa legge.
Ci sono molte piste nella Giungla, alcune di queste le scoprirete durante le mille avventurose cacce che vivrete con il branco. Altre piste, invece, si trasformano in sentieri che si snodano fuori dai confini della sempre vasta e misteriosa Giungla. Asia, Rebecca, Sabrina e Jacopo, hanno iniziato proprio oggi a percorrere uno di questi sentieri e anche Hathi è chiamato a seguirli.
Ecco, allora, vedete: questo non è un addio! Anche per voi, un giorno, arriverà il tempo di lasciare il branco per andare ad abitare nel villaggio degli uomini. Laggiù, forse, noi ci rivedremo!
Buona caccia a tutti coloro che rispettano la legge della Giungla!

Hathi, Lupi della Brughiera

Realizzare i nostri sogni

Ciao, mi chiamo Sofia e sono una Castorina coda nera della Colonia “Grande Alce”. Visto che fra poco ci sarà la grande nuotata vi racconto il mio primo anno scout.
Esattamente un anno fa ho iniziato la mia avventura scout: proprio un anno fantastico… tema di quest’anno “La storia infinita”.
All’inizio dell’anno, una domenica pomeriggio, Patrizia, Zio Malak e Alice ci hanno chiesto di scrivere un nostro desiderio su un aeroplanino di carta, li abbiamo messi in uno scrigno di legno e quando è stata l’ora di leggerli per magia erano scomparsi. Al loro posto abbiamo trovato un medaglione raffigurante due serpenti intrecciati a cerchio.
Abbiamo iniziato la nostra avventura esaudendo il desiderio di Elisa di essere regina per un giorno: siamo andati al castello dei Gonzaga a Fagnano Olona dove una regina ci ha raccontato la leggenda del serpente dei Gonzaga e ci ha fatto visitare il castello. A fine giornata la regina del castello è entrata nel libro magico di fantasia.
Abbiamo poi scoperto che avevamo il compito di salvare, attraverso i nostri sogni, il mondo di fantasia. È stato un anno molto interessante e, attività dopo attività, abbiamo esaudito tutti i desideri, i più disparati. C’era chi voleva essere calciatore: tutti abbiamo giocato una vera partita con tanto di divise e scarpe coi tacchetti. C’era chi voleva essere cavallerizza e siamo andati tutti a cavallo in un maneggio e in quell’occasione abbiamo anche visitato (per soddisfare il desiderio delle veterinarie) un cagnolone che sembrava un leone.
C’è stato chi, invece, si è trasformato in pilota d’aereo, chi in pizzaiolo, chi in maestra o chi ha provato a guidare un treno. Insomma esaudendo desiderio dopo desiderio, siamo arrivati al campo estivo che si è svolto a Corna Imagna.
Una settimana intensa ma molto divertente, abbiamo ogni giorno superato varie prove e concluso il nostro tema dell’anno anno di colonia, salvando la regina e tutto il mondo di Fantasia dal nulla!
Adesso che si avvicina il momento dei passaggi sono molto emozionata ma anche un po’ triste, perché dovrò lasciare i castorini con i quali ho vissuto splendide avventure…
Mi auguro di trovare nuovi amici che mi aiutino a vivere ancora un anno ricco di emozioni come quello passato.
Ciao ciao, a presto,
Sofia

Che bello il campo!


Abbiamo preso il treno e un autobus per arrivare in montagna a Pian dei Resinelli. Eravamo in una casa con tantissime scale: che fatica!
Al campo c’era un paese magico con tanti animali strani. C’era un coniglio con un orologio che correva sempre via, un gatto che spariva e ricompariva. Abbiamo inseguito il coniglio poi abbiamo incontrato Alice e ci ha aiutati a cercare il coniglio perché anche lei voleva trovarlo.
Alla fine non l’abbiamo trovato però avevamo un sacco di indizi che ci hanno dato il capellaio matto, il fante di cuori, il brucaliffo, la regina rossa e la regina bianca. Gli indizi servivano a fare un mondo più bello.
Abbiamo colorato il castello di tanti colori perché la regina di cuori lo voleva rosso e litigava con la regina bianca che lo voleva tutto bianco. Colorandolo di tutti i colori hanno fatto la pace ed erano contente e noi abbiamo fatto una battaglia con le tempere. Eravamo di tutti i colori anche noi. Sembravamo degli arcobaleni di Pace nel pratone.
La regina rossa, che era tutta pelosa, ci ha imprigionati, e ci ha sfidati a cucinarle i pizzoccheri: suo piatto preferito. Ma erano buonissimi e non ci ha tagliato la testa!
Con tanti legnetti e nastri colorati Alice ci ha insegnato a costruire la scala di Giacobbe. Un bel gioco!
Lo stregatto per farci affrontare le paure ci ha fatto fare un percorso sugli alberi. Divertente!
Il brucaliffo poi, ci ha mandati in una miniera dove abbiamo trovato dei sassi brutti. Ma li abbiamo colorati e trasformati in un gioco divertente. Proprio come lui che da brutto bruco verde puzzolente voleva diventare una bella farfalla.
C’era anche l’eco!
Alla fine abbiamo fatto una festa con i genitori.
Insomma, è stato molto divertente.

I Castorini della colonia Cielo blu

Successo indimenticabile per la presentazione de “La Freccia Rossa” sull’impresa degli scout per Don Gnocchi

Il libro "La Freccia Rossa"
Il libro “La Freccia Rossa”

Si è concluso un viaggio, in quella Milano da cui partì 66 anni fa, nel pomeriggio di venerdì 9 ottobre nella prestigiosa Sala Alessi di Palazzo Marino. Si è concluso in quella Milano da cui partì, il 17 luglio 1949 in direzione Skjåk, oltre Oslo. Era il viaggio de “La Freccia Rossa della Bontà”, l’impresa dei rover-scouts lombardi in favore dei mutilatini di Don Gnocchi e, osando guardare più lontano, per un messaggio di pace e amore da lanciare per oltre 8000 km sulle strade impolverate di un’Europa ancora devastata dalla guerra.
L’impresa, all’epoca, fu un successo clamoroso, salutato da illustri quali il Sindaco di Milano  Greppi, presidente del neonato Consiglio Europeo Paul-Henri Spaak e innumerevoli altri personaggi di stato e rappresentanti internazionali.
Ma l’impresa salutata poco fa è ben più recente: si tratta della presentazione di un volume che, finalmente, può raccontare quella storia tanto importante, oggi come allora, con la giusta dignità.

La Sala Alessi gremita
La Sala Alessi gremita

L’opera “La Freccia Rossa – 1949: diario di un’impresa scout attraverso l’Europa” nasce da più di un anno e mezzo di lavoro da parte dei rover e delle scolte del “Clan Zenit”, Gruppo AGESCi Busto Arsizio 3, in occasione del Capitolo Nazionale che ha mosso decine di miliaia di loro coetanei in centinaia di lodeoli iniziative di coraggio e servizio su tutto il territorio italiano.
Questi ragazzi e ragazze tra i 17 e i 21 anni hanno voluto indagare sulla storia dei loro “fratelli maggiori” e, con l’aiuto di Federica Frattini e Andrea Padoin, scout da una vita, hanno raccolto più di sei ore di interviste, decine di fotografie inedite e altrettante pagine di giornali e riviste dell’epoca ora raccolte in questo libro.
Un libro che non vuole solo guardare al passato, ma mostrare questo esempio, “non di eroi – come dice Federica – ma di ragazzi normali che ebbero il coraggio di osare”, soprattutto ai giovani di oggi, che vivono in un’Europa non certo rasa al suolo dai bombardamenti, ma pur sempre scossa da bisogni, spesso sommersi.

I giovani di ieri e oggi
I giovani di ieri e oggi

Presenti, nella sala gremita, molti interessati, sia scout che non, davanti ai relatori. Moderati da Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, hanno dato il loro contributo all’evento mons. Angelo Bazzari, presidente della Fondazione don Gnocchi, con un intervento sul tema della solidarietà, il dott. Andrea Fanzago, vice presidente del Consiglio Comunale di Milano, che ha parlato delle istituzioni all’interno della società civile, mons. Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale della Diocesi di Milano, espressosi sul tema “Radicati nelle fede”, Roberto Polleri, esperto di Moto Guzzi e pedagogista, che ha prodotto una riflessione sul valore pedagogico dell’impresa, Enrico ed Erica, rappresentanti degli autori, che hanno raccontato la storia e le motivazioni dietro a questa pubblicazione, i curatori Federica Frattini e Andrea Padoin che hanno voluto ricordare il “significato” del libro stesso. Presenti anche rappresentanti di Agesci Zona Milano, organizzatore dell’evento, Zona Ticino-Olona e regionali.
Ma, più importanti di tutti, in prima fila, vi erano alcuni dei testimoni viventi di quel Raid Milano-Oslo, di quel viaggio che, in un certo senso, si è ora concluso, ma che, forse, è appena ripartito verso una nuova meta.
Ulteriori informazioni all’indirizzo qui

“LA FRECCIA ROSSA – 1949: diario di un’impresa scout attraverso l’Europa”
del Clan “Zenit” AGESCI Busto Arsizio 3,
a cura di Federica Frattini
Presentazione di Federica Mogherini – Vice Presidente della Commissione Europea
Patrocinio di WOSM – Regione Europa
Edizioni TIPI, Belluno, 2015
Formato: 22,5 x 22,5 cm, 216 pagine
Prezzo di copertina: 22,00 euro
Cod ISBN: 978-88-98639-31-1
Uscita: 9 ottobre 2015
E’ possibile prenotare il libro qui

Il dolce fardello dell’educare

31 luglio 2015
Tra pochi giorni, per me che scrivo, inizierà il campo estivo che segna la mia ripresa delle attività, non più come rover e non ancora come capo.
Così, nella mia situazione di “viandante”, ragionando su cosa mi aspetta dal prossimo anno scout, mi fermo doverosamente davanti ad una parola non particolarmente lunga ma molto molto grossa: educatore.
Da settembre sarà una nuova sfida, di quelle “da far prudere i denti”, che non si vede l’ora che comincino per sentirsi di nuovo in gioco, in un gioco nuovo.
Pensando a queste cose mi viene naturale scorrere i volti di coloro che, brevemente o a lungo, nel poco o nel molto, sono stati miei educatori. Così, per avere immagini ed esempi invece che solo idee, per ora, incomplete.
Tra tutti questi tanti personaggi che mi hanno accompagnato fin qui, tirandomi, spingendomi o dicendomi “Fermati n’atimo che fors’èmmeglio”, intravedo sempre Chil, o meglio “l’onnipresente berretto di Chil con Chil sotto”.
Una sera, al mio primo campo lupetti, stavo facendo i capricci, come a volte (solo “a volte”) capita facciano i lupetti al loro primo campo estivo. Chil mi prese in disparte e iniziò a consolarmi dicendo, probabilmente, le prime cose che gli venivano in mente, come facciamo spesso con i bambini che fanno i capricci. Solo che ad un certo punto, tra le altre, mi disse delle parole che mi rimasero in mente. Chissà perché di tutto il discorsone, di cui ricordo poco o nulla, quelle parole si sono piantate nella mia testa.
Ricordo che, da quando tornai a scuola, quando qualcuno dei mie compagni di classe era giù, provavo anch’io a consolarlo con quelle parole. Poi, più avanti, nelle situazioni complicate o spiacevoli, quando devo studiare materie che non m’interessano per niente o investire tempo in attività che lascerei tranquillamente ad altri, ricordo quelle parole e trovo la forza di fare, bene o male, quello che devo.
Forse c’è un po’ di autosuggestione, ok, ma guardando a quei momenti e a quelle situazioni, non riesco a non pensare che quelle parole, dette forse per caso a un bambino che forse per caso se le è ricordate, abbiano dato una certa e netta impostazione al mio modo di fare le cose, per non dire di affrontare la vita.
Di tutta la vastità che si racchiude dentro e dietro la parola “educatore” questo mi viene in mente: un educatore non sa quale sua parola o gesto cambierà la vita di qualcuno, ma deve essere consapevole che ciò è possibile e comportarsi di conseguenza.
È un potere terribilmente magnifico.

Geco Coinvolgente